Siamo lieti di accogliere Antonio Romagnoli che da oggi inizia la sua collaborazione con il blog. Se son rose fioriranno e senza perdere tempo iniziamo a dargli spazio.
The Bling Ring
di Sofia Coppola
con Emma Watson, Leslie Mann, Taissa Farmiga, Erin Daniels
Usa 2013
genere, drammatico
durata, 95'
Alcuni adolescenti di Hollywood, nonostante il benestare dilagante,
sono alla costante ricerca di emozioni e trasgressioni, e arrivano ad
irrompere nelle ville di Vip quali Paris Hilton e Orlando Bloom, per
collezionare un bottino di quasi tre milioni di dollari.
Sofia Coppola usa una storia vera quanto stravagante, pubblicata
da Vanity Fair, per gettare il suo ormai consueto sguardo sull'adolescenza.
Ma questa volta sorprende, non scivola mai in introspezioni esasperate,
sostiene sempre un buon ritmo e non è mai noioso. Calzante la scenografia
composta da night club privati, infinite collezioni di scarpe e gioielli
e i boulevard californiani. Credibilissimo il lavoro del cast, in particolare
di Emma Watson, che continua a confermare di essersi sganciata dal ruolo
che l'aveva resa celebre fra streghe e maghetti (a differenza del suo
collega Daniel Radcliffe). A rendere ancor più inaspettatamente piacevole
la visione è lo sguardo totalmente obbiettivo della regista,
con una telecamera che non è giudice ma spia, posta spesso in lontananza
o nascosta dietro angoli con oggetti sfocati in primo piano.
Ed era forse questo l'unico modo di mettere su pellicola una storia
che rispecchia tristemente l'inspiegabile malessere giovanile, un mondo
costantemente attratto dal superfluo e dal vacuo, che va perdendosi
tra borse griffate, feste, cocaina e quel mondo virtuale piacevolmente
ingannevole. Le stesse dichiarazioni dei giovani colpevoli, rilasciate
dopo essere stati presi, sono metafora indotta del flusso di incoscienza
che li travolge come se nulla fosse. Il lavoro della regista sembra
essere un docu-fiction ben congegnato dove il sogno americano si
è spinto troppo oltre, e Sofia Coppola ce lo mostra con discrezione
e amoralità, lasciando trarre a chi vede le dovute riflessioni.
di Antonio Romagnoli
2 commenti:
I agree
perché l'ho scritto in inglese?
non lo so, ma fa più figo che dire sono d'accordo :)
Io, lo scrivo in italiano! Sono d'accordo! :)
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