Perez
di Edoardo De Angelis
con Luca Zingaretti, Giampaolo Fabrizio, Marco D'amore, Simona Tabacco
Italia, 2014
genere, drammatico
durata, 94'
Prima di diventare un paladino della legge ed eroe del pubblico televisivo, Luca Zingaretti era stato invero una persona poco raccomandabile. Nel film che lo ha rilevato (Vite strozzate) diretto da Ricky Tognazzi, gli era toccato per l'appunto in sorte un ruolo tanto spiacevole quanto gratificante sotto il profilo delle possibilità interpretative. Sergio, il suo personaggio era nei fatti non solo poco raccomandabile dal punto di vista dell'incolumità fisica, trattandosi di un energumeno sempre pronto a tirar di mani, ma pure disprezzabile dal punto di vista morale, essendo uno strozzino violento e senza scrupoli.
Anche per questo "Perez", ultimo lungometraggio interpretato dal "commissario Montalbano" potrebbe rappresentare per la carriera dell'attore romano una sorta di di sintesi tra i due estremi comportamentali appena citati. Perez e' infatti un avvocato integerrimo costretto a venire a parti con il mondo del crimine per cercare di allontanare dalla figlia il rampollo di un boss della camorra di cui la ragazza si è innamorata.
Ambientato dalle parti di certo cinema civile per la voglia di denunciare il degrado morale e materiale delle istituzioni e di chi ne fa parte, "Perez" diventa quasi subito un noir a forti tinte, in cui a contare e' il confronto tra le diverse psicologie dei personaggi più che il dilemma morale che sta alla base della scelta del protagonista, invero risolto senza troppe titubanze.
Favorito da una messinscena intimista, che azzera riferimenti storici e geografici grazie all'apporto di una fotografia che avvolge gli ambienti di ombre e oscurità, "Perez" e' una partita a scacchi di anime segnate da ineluttabile destino. Presentato fuori concorso all'ultima edizione del festival di Venezia, il film appartiene a quel tipo di cinema che ti aspetteresti di vedere in televisione al posto delle solite fiction, e che invece viene mandato allo sbaraglio nell'affollata distribuzione post festivaliera. Nulla di eccezionale ma comunque ben fatto e altrettanto recitato.
di Edoardo De Angelis
con Luca Zingaretti, Giampaolo Fabrizio, Marco D'amore, Simona Tabacco
Italia, 2014
genere, drammatico
durata, 94'
Prima di diventare un paladino della legge ed eroe del pubblico televisivo, Luca Zingaretti era stato invero una persona poco raccomandabile. Nel film che lo ha rilevato (Vite strozzate) diretto da Ricky Tognazzi, gli era toccato per l'appunto in sorte un ruolo tanto spiacevole quanto gratificante sotto il profilo delle possibilità interpretative. Sergio, il suo personaggio era nei fatti non solo poco raccomandabile dal punto di vista dell'incolumità fisica, trattandosi di un energumeno sempre pronto a tirar di mani, ma pure disprezzabile dal punto di vista morale, essendo uno strozzino violento e senza scrupoli.
Anche per questo "Perez", ultimo lungometraggio interpretato dal "commissario Montalbano" potrebbe rappresentare per la carriera dell'attore romano una sorta di di sintesi tra i due estremi comportamentali appena citati. Perez e' infatti un avvocato integerrimo costretto a venire a parti con il mondo del crimine per cercare di allontanare dalla figlia il rampollo di un boss della camorra di cui la ragazza si è innamorata.
Ambientato dalle parti di certo cinema civile per la voglia di denunciare il degrado morale e materiale delle istituzioni e di chi ne fa parte, "Perez" diventa quasi subito un noir a forti tinte, in cui a contare e' il confronto tra le diverse psicologie dei personaggi più che il dilemma morale che sta alla base della scelta del protagonista, invero risolto senza troppe titubanze.
Favorito da una messinscena intimista, che azzera riferimenti storici e geografici grazie all'apporto di una fotografia che avvolge gli ambienti di ombre e oscurità, "Perez" e' una partita a scacchi di anime segnate da ineluttabile destino. Presentato fuori concorso all'ultima edizione del festival di Venezia, il film appartiene a quel tipo di cinema che ti aspetteresti di vedere in televisione al posto delle solite fiction, e che invece viene mandato allo sbaraglio nell'affollata distribuzione post festivaliera. Nulla di eccezionale ma comunque ben fatto e altrettanto recitato.
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