The end of the tour
Di James Ponsoldt
Con Jason Segel, Jesse
Eisenberg
Usa, 2015
genere, documentario
durata, 106’
“… il grande mondo rotondo in realtà era il sogno vanaglorioso di un
bambino”
D.F. Wallace, da “Il re pallido”
La problematica del fare un biopic di finzione, ad oggi, consiste nella forza del punto di
vista che il regista decidere di adottare nell’andare ad inquadrare il personaggio
in questione. Oltre a registrare, a tal proposito, una pressoché sparsa
superiorità della maniera del documentario (sulle nostre pagine, della suddetta
questione, se n’era già parlato circa “Freeheld”), riguardo al discorso cui
facevamo cenno risulta interessante la comparazione tra un film biografico recente
come “Life” di Corbijn – dove il regista, nel tratteggiare la figura di James
Dean, aveva fatto proprio lo sguardo del fotografo Dennis Stock – e “The end of
the tour”: l’operazione è simile, in quanto qui si assume il punto di vista di
David Lipsky, giornalista della rivista "Rolling Stones" che aveva seguito ed intervistato
Wallace nel tour promozionale di “Infinite Jest”. Punto di vista che appare
però assai debole, essendo la narrazione inscritta nel procedimento che va
dalla conoscenza sospettosa tra i due, al litigio ed infine alla reale – o presunta
tale – amicizia; ad aggravarne la debolezza s’aggiunge il tentativo d’inserire
alcuni estratti decontestualizzati, all’interno del dialogare tra i protagonisti, di un’analisi
ampia e complessa che D.F.W. aveva compiuto – e che all’epoca dei fatti narrati
stava ancora compiendo – nel proprio lavoro narrativo e saggistico.
A non mancare, invece, oltre alla bellezza di alcune riprese
messe in risalto dall’uso della pellicola, è il ritratto di un Wallace sempre
in bilico, ciondolante nella camminata, restio al ciò-che-c’è-fuori – splendida la rappresentazione della casetta di
legno isolata nell’Illinois
e sommersa dalla neve – eppure immortalato nella consapevolezza di essere l’ennesima
incarnazione della contraddizione americana, contraddizione che lui stesso aveva così
lucidamente descritto.
Antonio Romagnoli
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