Inferno
di Ron Howard
con Tom Hanks, Felicity Jones, Irrfan Khan
Italia, USA, 2016
genere, thriller
durata, 121'
Lo studioso di simbologia professor Langdon si risveglia in una stanza di ospedale a Firenze. È ferito alla testa, ha ricordi estremamente confusi e non sa perché si trova nel capoluogo toscano. Quando una donna vestita da carabiniere fa irruzione nella casa di cura non gli resta che fuggire con l'aiuto, della giovane dottoressa Sienna Brooks. Alla base di tutto c'è un genio della genetica che ha deciso di salvare l'umanità dalla sua altrimenti inevitabile dissoluzione, diffondendo un virus che riduca drasticamente il numero degli abitanti della Terra. Esattamente dieci anni fa con "Il codice Da Vinci" aveva inizio il sodalizio tra Dan Brown e Ron Howard, proseguito nel 2009 con "Angeli e Demoni". Meno enigmatica dei precedenti "Il codice Da Vinci" e "Angeli e Demoni", più vorticosa nella successione di eventi e con un ritmo sostenuto, la nuova avventura è ambientata a Firenze per buoni due terzi di storia, prima di traslocare a Venezia e Istanbul. Il regista Ron Howard si lascia sedurre senza opporre resistenza dai colori e dal profilo rinascimentale del capoluogo toscano. Pur non trattandosi di uno dei recenti documentari che esaltano la bellezza della città dettaglio per dettaglio, "Inferno" tratta Firenze con i guanti, con spettacolari riprese aeree e veloci passaggi tra il Giardino di Boboli, il Corridoio Vasariano, gli Uffizi e Palazzo Vecchio.
Dal punto di vista estetico questa serie di film non ha mai deluso, grazie alla chiamata alle arti da parte dello scrittore e al gusto visivo del regista. I contenuti invece, piegando i fatti storici e i segreti artistici alle esigenze narrative, non hanno sempre prodotto la necessaria serietà richiesta dal contesto. "Inferno" tenta di essere epico come i film che l'hanno preceduto: dopotutto anche senza elementi religiosi c'è un miliardario fuori di senno che vuole dimezzare la popolazione mondiale liberando un virus letale. Ciò che meglio aiuta il piacere della visione è l'azione, sostenuta e in costante progressione. Tom Hanks è il professionista che conosciamo, Felicity Jones una degna controparte nel ruolo della dottoressa che lo aiuta, Omar Sy verosimile nel suo primo ruolo significativamente serio. Merita una nota a parte l'attore Irrfan Khan che, grazie anche all'ambiguità del suo personaggio, sfodera più estensione interpretativa e fine humour. Tra arte italiana, piani diabolici, organizzazioni governative e segrete c'è anche spazio per l'amore, ritrovato o mal riposto, ma pur sempre amore.
Riccardo Supino
di Ron Howard
con Tom Hanks, Felicity Jones, Irrfan Khan
Italia, USA, 2016
genere, thriller
durata, 121'
Lo studioso di simbologia professor Langdon si risveglia in una stanza di ospedale a Firenze. È ferito alla testa, ha ricordi estremamente confusi e non sa perché si trova nel capoluogo toscano. Quando una donna vestita da carabiniere fa irruzione nella casa di cura non gli resta che fuggire con l'aiuto, della giovane dottoressa Sienna Brooks. Alla base di tutto c'è un genio della genetica che ha deciso di salvare l'umanità dalla sua altrimenti inevitabile dissoluzione, diffondendo un virus che riduca drasticamente il numero degli abitanti della Terra. Esattamente dieci anni fa con "Il codice Da Vinci" aveva inizio il sodalizio tra Dan Brown e Ron Howard, proseguito nel 2009 con "Angeli e Demoni". Meno enigmatica dei precedenti "Il codice Da Vinci" e "Angeli e Demoni", più vorticosa nella successione di eventi e con un ritmo sostenuto, la nuova avventura è ambientata a Firenze per buoni due terzi di storia, prima di traslocare a Venezia e Istanbul. Il regista Ron Howard si lascia sedurre senza opporre resistenza dai colori e dal profilo rinascimentale del capoluogo toscano. Pur non trattandosi di uno dei recenti documentari che esaltano la bellezza della città dettaglio per dettaglio, "Inferno" tratta Firenze con i guanti, con spettacolari riprese aeree e veloci passaggi tra il Giardino di Boboli, il Corridoio Vasariano, gli Uffizi e Palazzo Vecchio.
Dal punto di vista estetico questa serie di film non ha mai deluso, grazie alla chiamata alle arti da parte dello scrittore e al gusto visivo del regista. I contenuti invece, piegando i fatti storici e i segreti artistici alle esigenze narrative, non hanno sempre prodotto la necessaria serietà richiesta dal contesto. "Inferno" tenta di essere epico come i film che l'hanno preceduto: dopotutto anche senza elementi religiosi c'è un miliardario fuori di senno che vuole dimezzare la popolazione mondiale liberando un virus letale. Ciò che meglio aiuta il piacere della visione è l'azione, sostenuta e in costante progressione. Tom Hanks è il professionista che conosciamo, Felicity Jones una degna controparte nel ruolo della dottoressa che lo aiuta, Omar Sy verosimile nel suo primo ruolo significativamente serio. Merita una nota a parte l'attore Irrfan Khan che, grazie anche all'ambiguità del suo personaggio, sfodera più estensione interpretativa e fine humour. Tra arte italiana, piani diabolici, organizzazioni governative e segrete c'è anche spazio per l'amore, ritrovato o mal riposto, ma pur sempre amore.
Riccardo Supino
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