Il cliente
di Asghar Farhadi
con Shahab Hosseini, Taraneh Alidoosti, Babak Karimi
Iran - Francia, 2016
genere: drammatico
durata: 124'
Emad e Rana sono due coniugi costretti ad abbandonare il proprio appartamento a causa di un
cedimento strutturale dell’edificio. Si trovano a dover cercare una nuova abitazione e vengono
aiutati nella ricerca da un collega della compagnia teatrale in cui i due recitano da protagonisti di
“Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller. La nuova casa è stata abitata da una donna
con una cattiva reputazione. Un giorno Rana, essendo sola, apre la porta, certa che a suonare sia
stato il marito, ma uno dei clienti della donna la aggredisce. Da quel momento per Emad inizia una
caccia all'uomo in cui non vuole coinvolgere la polizia.
Asghar Farhadi torna a Teheran per proporre una vicenda in cui azione teatrale e quotidianità
finiscono per intrecciarsi. Il regista fa in modo che, sin dall’inizio, questa dimensione venga
sottolineata, facendo diretto riferimento alla messa in scena. Ci ricorda, cioè, la nostra posizione di
spettatori, invitandoci a leggere la duplice finzione, teatrale e cinematografica, e a individuarne gli
scambi.
Chi conosce il testo di Arthur Miller sa che seppe descrivere un momento di svolta nella
dimensione sociale degli USA attraverso le vicende familiari del suo protagonista. È quello che
anche Farhadi vuole fare, individuando in questa fase storica dell’Iran una trasformazione così
veloce dal finire con lo schiacciare chi non è pronto per adattarvisi. Questa lettura sociologica
viene filtrata attraverso quella che per il regista è la cartina di tornasole delle dinamiche umane: la
coppia. Emad e Rana sono una coppia affiatata sia nel privato che sulla scena, ma nella loro vita
irrompe l’atto violento che ne modifica profondamente le coordinate esistenziali. Se nella donna si
insinua un senso di instabilità e di paura prima ignoto, nel marito si fa strada un desiderio di fare
giustizia misto a un atavico senso di onore perduto.
In tutto ciò, anche se en passant, Farhadi non si astiene dal ricordarci che in Iran la censura è
ancora attiva e può decidere sulla messa in scena o meno di uno spettacolo. Come a dire che
molto sta cambiando in quella società, ma che alcuni vincoli sono ancora ben presenti.
Riccardo Supino
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