L'ora legale
di Salvatore Ficarra e Valentino Picone
on Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Leo Gullotta
Italia, 2017
genere, commedia
durata, 92'
Salvo e Valentino sono cognati e vivono a Pietrammare, paesino della Sicilia dove gestiscono
insieme un chiosco sulla piazza principale. Il marito della sorella di Valentino, a sua volta sorella
della moglie di Salvo, è Pierpaolo Natoli, un professore di liceo dagli elevati valori morali e
condotta integerrima. Pierpaolo si candida a sindaco di Pietrammare; contrapponendosi a Gaetano
Patanè, il primo cittadino in carica, un concentrato di corruzione e malaffare, vuole proporre un
cambiamento radicale, che metta fine al degrado etico ed estetico che Patanè ha incoraggiato nel
paese. A sorpresa, i compaesani votano Natoli sindaco: una volta eletto questi esigerà il rispetto
assoluto delle regole, ma in Italia chi invoca la legalità lo fa sempre riferendosi agli altri, mai a se
stesso. Salvo e Valentino rappresentano bene la popolazione di Pietrammare: da una parte i molti,
come Salvo, che nel malcostume ci sguazzano, traendone il proprio piccolo o grande tornaconto;
dall'altra i pochi come Valentino, che vorrebbero un paese migliore, più onesto e rispettoso del
prossimo. I due cognati, però, scopriranno di essere meno diversi di quanto pensassero, perché
quella verso la legalità è una strada in salita, soprattutto per chi non è mai stato abituato a
percorrerla.
Salvatore Ficarra e Valentino Picone aggiungono un altro tassello alla loro filmografia di autori,
registi e interpreti di racconti comici del malcostume italiano con un intento civico superiore a
quello della commedia italiana media contemporanea, ma mai eccessivamente graffianti e poco
inclini a indispettire il proprio fedele pubblico.
"L'ora legale" da un lato affronta di petto il tema di un'Italia ingovernabile a cominciare dal basso,
dall'altro assesta un colpo al cerchio e uno alla botte nel momento in cui, ad esempio, caratterizza
Pierpaolo (interpretato da Vincenzo Amato con insolita inespressività) come anonimo e incolore,
ben lontano da un carismatico Barack Obama seppure in sedicesimo, mentre Salvo è pirotecnico e
irresistibile, un Lucignolo per cui è impossibile non provare simpatia.
È inquietante anche la tempistica dell'uscita de L'ora legale. Da un lato arriva un anno dopo il
successo di Quo vado?, cui il dream team di sceneggiatori composto, oltre che da Ficarra e
Picone, da Edoardo De Angelis (regista di Perez e Indivisibili), Nicola Guaglianone (sceneggiatore
di Lo chiamavano Jeeg Robot) e Fabrizio Testini (storico sodale del duo palermitano ma coautore,
fra gli altri, anche di Checco Zalone), sembra essersi adeguato in corsa. Dall'altro risente dell'eco
dei recenti accadimenti politici che, come sempre nell'Italia dei nostri giorni, superano di gran lunga
l'immaginazione e la vis comica degli autori cinematografici. "L'ora legale" appare dunque indeciso
fra appoggiare la vocazione civile di Pierpaolo e criticarne l'eccessiva rigidità, fra promuovere il
cambiamento o depotenziarne l'ideologismo radicale, e si muove fra populismo e satira
sociopolitica con più ambiguità che convinzione. Il risultato è comunque divertente e in qualche
modo coraggioso, ha la grazia che caratterizza tutti i film di Ficarra e Picone e pone domande
importanti: che Paese vogliamo essere? Siamo davvero pronti per un mondo dove le regole
vengono rispettate da tutti, noi compresi? E ancora, per citare una battuta del film: "l'Italia l'onestà,
se la può permettere?" "L'ora legale" resterà un documento del momento storico-politico che
stiamo attraversando, sospeso tra paura e speranza, tra la curiosità e il timore di scoprire qual è
Italia che ci meritiamo davvero.
Riccardo Supino
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