venerdì, dicembre 15, 2017

DIZIONARI DI CINEMA: IL MORANDINI 2018

Tra le svariate ricadute che i film producono sull'immaginario popolare non c'è dubbio che quella del Dizionario cinematografico occupa un posto particolare, non fosse altro per il fatto di rinsaldare la visione del film alla memoria dello spettatore. Nell'amplia scelta proposta dall'editoria di settore un posto di rilievo è occupato dal Morandini, manuale dedicato alla settima arte che, dopo la scomparsa del celebre critico, continua la sua opera attraverso la moglie Laura e la figlia Luisa. Quella che segue è una introduzione/presentazione dell'edizione 2018. Buona lettura! 


Invalsa l’inerzia odierna verso una febbrile attività più o meno recuperatoria del passato, resta ancora da circostanziare a dovere l’effettiva ricaduta di tale espediente sulla memoria, essendo quest’ultima da tempo indotta piuttosto all’eguale e contrario esercizio dell’oblio. Repertori, diari, manuali, antologie, annuari s’aduggiano, vista la diserzione di massa, entro ampi settori di librerie e supermercati, in attesa, forse, di occhi finalmente disposti a utilizzare la sedimentazione d’esperienze e di saperi a mo’ di chiave ausiliaria per la decrittazione d’un presente sempre più complicato, anziché come lisergico blando per prolungare la seduzione d’un fallace sentore di contemporaneità. Nel novero di tali compendi si distinguono spesso (e l’affermazione non costituisce di per sé e necessariamente un pregio) i dizionari del Cinema, repleti tomi, oggi come oggi a volte in via ulteriore integrati da una sezione riguardante le principali serie televisive, investiti dal Mercato della funzione di riassumere per il tramite di, in genere, brevi singole schede, un secolo e passa d’avventura dell’ingegno per immagini e d’illusioni condivise. Lungi dal fornire un (del resto impossibile) panorama esaustivo della sterminata produzione passata e corrente, ecco che le suddette fatiche, nel migliore dei casi e persino al di là delle idiosincrasie e delle predilezioni dell’estensore, finiscono per assumere le sembianze d’un agile strumento d’orientamento, di pungolo e d’intrattenimento per il fatidico fruitore medio (ammesso che tale figura esista ancora), solitamente di ritentiva pigra, scarsa o nulla attenzione per i dettagli, relativa ignoranza dei contesti sociali e culturali che hanno concorso alla realizzazione d’un film. Non foss’altro, allora, che per dar libero corso a un’altrimenti frustrata curiosità fanciullesca (di suo mai esente da un’intima spinta a conoscere), risulta, a seconda delle lune e delle inclinazioni, utile e/o divertente intrattenersi con l’ingombro notevole di questi archivi stampati, con la loro innocua pesantezza, l’abbraccio comunque sincero riservato a una forma d’arte ancora relativamente giovane, e quindi con le scelte di campo perentorie, le omissioni coraggiose, le molte rivelazioni, i tanti abbagli. Poco altro, infatti, è più fascinoso e appagante dell’esperienza della scoperta o dello svelamento sotto forma d’un più articolato punto di vista di ciò che si riteneva conosciuto e acquisito.



Caso interessante sotto quest’aspetto è rappresentato dal Morandini 2018, volume unico proposto da Zanichelli, giunto quest’anno al suo (primo) ventennale e curato, come di consueto, dalla moglie dell’omonimo critico milanese, Laura, e dalla figlia Luisa. Ordinato per via alfabetica, il testo riunisce i lavori direttamente vagliati, indi sedimentati nel tempo, con rinnovato riguardo - e parliamo proprio della presente edizione - per le filmografie del medio ed estremo Est (Filippine, Indonesia, Malesia, Corea e Giappone), come per le suggestioni scaturite dai principali festival in giro per il mondo e per i segnali altalenanti (ora promettenti, vedi la nuova via al documentario Italiano, ora interlocutori, vedi il sempre conflittuale rapporto del Cinema tricolore con taluni generi) provenienti dal panorama nostrano. Giocoforza potranno risultare evidenti agli scartabellanti compulsivi o agl’incontentabili di natura alcune falle ricorrenti nella carriera di quel regista o di quell’attore, eventualità, come accennato, dovuta alla contingenza di cernite operate a monte nell’intento di rimanere fedele a un’impronta originaria tanto personale nella scelta di base quanto collaudata nella prassi delle cadenze periodiche d’uscita. Ci s’imbatterà, comunque, in un ventaglio piuttosto articolato di presentazioni, il cui precipuo interesse critico e la cui eventuale originalità risiedono per ovvi motivi nelle annate recenti e recentissime (essendo quelle più lontane dalla contemporaneità oramai diffusamente storicizzate, ossia anche altrimenti reperibili). Qui il lavoro dei curatori è stato - assodati i criteri di riferimento - rigoroso e puntuale ma più di tutto snello e di facile presa, in particolare per coloro che intendono avvalersi della pazienza e dell’applicazione d’un gruppo affiatato d’appassionati (altri nomi s’affiancano infatti a quelli delle due autrici) per stilare senza troppi rovelli specialistici percorsi autonomi, approfondimenti d’un personaggio o di specifici cicli narrativi, attraverso le infinite strade che il Cinema ha saputo tracciare nel corso della sua storia, proponendo, accanto a recensioni essenziali e non di rado argute per una qual tendenza al dialogo diretto con l’interlocutore di turno, (non tacendogli, ad esempio, perplessità e veri e propri interrogativi circa il significato ultimo di un’opera, di una sua singola parte, delle ragioni - produttive, sociali e contenutistiche - che ne hanno sostenuto la nascita, a testimonianza che una Critica che davvero voglia dirsi tale non presuppone di avere sempre e comunque tutte le risposte), spazi monografici dedicati ad analisi e commento di temi o di caratteri ricorsivi dell’immaginario cinematografico. Si svelano, in tal senso, non esornativi gli spazi riservati ai protagonisti della Settima Arte (attori e registi, per l’appunto) e addirittura prezioso quello che annovera i contributi letterari e teatrali che hanno ispirato o accompagnato la vita d’un film. Discorso a parte merita poi la sezione che s’interessa del piccolo schermo. Qui l’operazione di rivisitazione e catalogazione tenta di offrire più che un’interpretazione sistematica delle tendenze stilistiche ed estetiche che hanno contribuito a fare della televisione - nell’ultimo tratto del secolo scorso e agli albori dell’attuale - il parente forse ancora malvisto ma di certo terribile del Cinema, uno sguardo curioso e complice nel senso di un’apertura di credito intellettuale nei confronti d’un mezzo (e quindi d’un linguaggio) considerato in piena trasformazione e perciò stesso foriero d’ibridazioni con il più illustre congiunto ancora tutte da scrivere. Non resta, allora e volendo, che assecondare il sano istinto di saperne-di-più, indugiando tra le oltre duemila pagine di questo almanacco, per soffermarsi magari su quelle che attribuiscono la stessa valutazione complessiva a due opere che sembrano provenire da mondi incommensurabili (“I Mercenari”, di Stallone e “Metropolis” di Lang) giusto per l’intervallo necessario a convincersi che le famigerate stelline (qui accompagnate da pallini esemplificativi del gradimento del pubblico) forse non sono che l’ennesimo modo con cui l’ipocrisia (quella dei calcoli - e basterebbe il corpo minuscolo del carattere di stampa inflitto al lettore a testimoniarlo - delle semplificazioni, delle categorizzazioni spicciole) agghinda l’omaggio che il vizio rende alla virtù.
TFK, Carlo Cerofolini


Il Morandini 2018 
DIZIONARIO DEI FILM E DELLE SERIE TELEVISIVE
di Laura, Luisa e Morando Morandini

Versione Plus (volume + DVD e download per Windows e Mac senza scadenza + app per iOS e Android senza scadenza + 365 giorni di consultazione online, con aggiornamenti rilasciati nell'anno) € 40,30

Volume unico € 34,50

Dizionario ebook no-limit (download per Windows e Mac senza scadenza + app per iOS e Android senza scadenza + 365 giorni di consultazione online, con aggiornamenti rilasciati nell'anno) € 16,30

Dizionario ebook 365 (download 365 giorni e consultazione online 365 giorni)  € 9,80 

Nessun commento: