Jim & Andy: the Great Beyond
di Chris Smith
con Jim Carrey,
USA, 2017
genere, documentario
durata, 94
Scomparso dai radar hollywoodiani e travolto da una serie di vicissitudini personali che gli avevano fatto perdere ragazze e popolarità, Jim Carrey si è ripresentato al pubblico di Venezia con un documentario - Jim & Andy: the Great Beyond – the story of Jim Carrey & Andy Kaufman - che va oltre il soggetto del film, ovvero la lavorazione di “The Man on the Moon”, lungometraggio di Milos Forman, del quale il regista Chris Smith ci mostra il delirante backstage. Se, infatti , basterebbe il documento in questione per apprezzare il livello di immedesimazione raggiunto dall’attore, il quale, in una sorta di sdoppiamento psicotico diventa letteralmente il proprio alter ego , costringendo il resto della troupe, ma non solo, a considerarlo come tale (tragicomiche le parti in cui Forman e De Vito sono costrette a parlare a Kaufman e non a Carrey), “Jim & Andy: the Great Beyond – the Story of Jim Carrey & Andy Kaufman”, è, allo stesso tempo, la confessione di un uomo che ha fatto pace con i propri fantasmi e il manifesto di un’artista fuori dagli schemi.
Senza accennare alla lunga depressione che lo ha colpito proprio all’indomani dell’uscita di “The Man on the Moon” Carrey lascia intendere il lungo percorso che lo ha portato a distaccarsi dalle conseguenze di un successo incapace di renderlo felice, e nel contempo, si lancia in un’analisi del proprio mestiere nel quale anche le scelte in apparenza meno nobili, sono sempre state rappresentative dello stato d’animo contingente. Così, se la parte più stupefacente di “Jim & Andy: the Great Beyond” è certamente quella che permette attraverso l’identificazione di Carrey con il personaggio di Kaufman - di percepire lo straordinario talento dell’attore, per gli appassionati della prima ora, il film di Smith è la bigger than life di un’artista che ha scontato sulla propria persona gli effetti di una comicità che sembra venuta da un altro mondo. In questo senso Carrey è per davvero “The Man in the Moon”. Da non perdere.
Carlo Cerofolini
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