Dopo alcune giornate di riscaldamento il concorso entra finalmente nel vivo con le proiezione a distanza ravvicinata di alcuni dei film ritenuti a ragione od a torto, le punte di diamante della selezione voluta dal suo direttore. Ed ancora una volta a fare la parte del leone, è proprio il caso di dirlo, è il cinema americano che nella presenza di due registi del calibro di PT Anderson e Terence Malik condensa in un sol colpo passato, presente e futuro della sua cinematografia. Una doppietta che seppur in diverse maniera e non sempre in modo convincente - durante la proiezione per la stampa "To The Wonder" è stato accolto con grande insofferenza - è riuscita a scaldare la platea peraltro piuttosto assopita dalle visioni precedenti, con due film che pur parlando linguaggi opposti, lineare e storicizzato quello di Anderson, anti narrativo e filosofico quello di Malik, ribadisce il potere incantatorio delle immagini, dispensatrici di bellezza e di significati, che nel caso di "The Master", storia di un rapporto tra il guru ed un discepolo di una setta ispirata (si dice) a Scientology ed al "maestro" Ron Hubbard, è anche capace di ribadire il primato attoriale di una nazione che le mostruose interpretazioni di due attori relativamente giovani come Seymour Hoffman e Joaquim Phoenix mettono al sicuro per un bel pezzo. Una fama, quello di direttore d'attori e non solo, che il regista di "Magnolia" e de "Il petroliere" si è guadagnata in modo discreto ma costante, soprattutto quando le storie dei suoi personaggi hanno iniziato a coincidere con quelli di una nazione che non ama vedersi rappresentata nuda e cruda e che invece Anderson analizza rovesciandone gli archetipi della fama e del successo con protagonisti disposti a sacrificare anche l'anima pur di materializzare i propri desideri. In questo senso l'America degli anni 50, quella appena uscita dalla seconda guerra mondiale, dei reduci che tornano a casa e delle famiglie costrette a riorganizzarsi per fare posto ai fantasmi che questi si portano appresso diventa lo scenario per imbastire il meglio ed il peggio della condizione umana, con un padre padrone (Hoffman) ed un figlio discepolo (Phoenix) ad inscenare la dialettica del bene e del male. I primi commenti confermano le qualità del regista e la tendenza a privilegiare microcosmi d'umanità.
Abbiamo parlato di:
The Master (Usa 2012)
di PT Andersson
con Seymour Hoffman, Joaquim Phoenix
To the Wonder (Usa 2012)
di Terence Malik
Con Ben Affleck, Rachel Adams, Javier Bardem
E' Stato il figlio
di Daniele Ciprì (Ita 2012)
con Tony Servillo
L'intrepido ( in preparazione)
di Gianni Amelio
con Antonio Albanese
Nessun commento:
Posta un commento