giovedì, febbraio 14, 2013

Re della TERRA SELVAGGIA

Re della Terra Selvaggia 
di Benh Zeitlin 
con Dwight Henry, Quvenzhané Wallis
 Usa 2012
durata, 92






Opera prima, pluripremiata, di Benh Zeitlin il film "Re della terra selvaggia" ci apre uno scenario poco conosciuto nelle sue problematiche, ispirandosi ad una fonte letteraria teatrale molto poetica e concettualmente ricca di Lucy Alibar, che il regista ha ampliato e contaminato con un profondo realismo, rendendo così possibile l’elaborazione cinematografica dei temi in una certa  ambientazione. Siamo nel sud della Louisiana, nel delta del Mississippi, che è frequentemente battuto da tempeste portatrici di distruzione e che rendono difficile la vivibilità, ma gli abitanti nativi sono fieri e decisi a insistere in una sfibrante lotta per la sopravvivenza in condizioni di povertà,  precarietà degli alloggi e di tutto lo stile di vita ove anche il cibo, inizialmente più che sufficiente per la presenza di vegetazione, animali, e soprattutto di pesce, comincia a scarseggiare. Chiamati anche” quelli della grande vasca”, questa figure di ogni età si arrabattano, solidali, a non mollare e tra loro c’è Hushpuppy, una bambina di 6 anni con solo il papà, Wink, già malato ma ancora valido, che la sottopone a prove durissime per la sopravvivenza e autonomia, anche perché  egli non potrà esserci ancora a lungo e,  nonostante i modi rudi, la ama immensamente. Hushpuppy e Wink non sono attori professionisti, ma la bambina soprattutto, che fa anche da voce narrante, mostra un  talento recitativo non comune e non è difficile per lo spettatore intravedere in lei, ciò che il padre le ripete continuamente che dovrà essere, il futuro capo del gruppo che arriverà allo stremo e dovrà spostarsi. Con piglio autoritario, mentre si organizza la vita comune. Hushpuppy accudisce il padre sempre più malato, che le somministra pillole di saggezza e cultura religiosa di rispetto  e  unità del tutto, quasi di tipo panteistico. Il piccolo essere cresciuto per forza specialmente nel carattere, è quasi irreale e non è tanto amabile quanto autorevole, ma dà un brivido di emozione quando, con la naturalezza che cui gestisce gli animali, fa le faccende e si procura da mangiare, dà fuoco al corpo senza vita del padre, che navigherà al largo nel contenitore che era la loro barca, ringoiandosi le lacrime (“non si deve piangere “ha detto papà Wink, e “si deve lottare contro i nemici invisibili” fino a non averne paura ed anche questo è stato fatto provocando con il solo fiero sguardo la sottomissione dei mitici Aurochs, belve gigantesche e feroci che
mangiavano i bambini con le loro zanne affilate, usciti dai ghiacci i cui erano congelati dopo l’ultima tremenda tempesta). In bilico tra realtà e fantasia, sottolineato da musiche roboanti e a tratti solenni come gli eventi naturali, oppure folcloristiche, il racconto di questo popolo e di questo angolo di terra, che la voce della bambina arricchisce di commenti, è un’esperienza visiva e mentale non facile ma di grande impatto e di spinta alla lotta e alla reazione positiva verso le difficoltà  imposte continuamente dalla vita. .Un’opera prima di grande successo lascia facilmente il  punto interrogativo su cosa seguirà  e speriamo che l’autore ne abbia già un’idea. 

di AdeleH
 

Nessun commento: