Zero Dark Thirty
di Katherine Bigelow
con Jessica Chastain
Usa 2012
durata, 139
ZERO DARK THIRTY, orario notturno delle 0.30 in gergo
militare, quello dell’ultima missione, è la cronaca impeccabile nello
stile del film-reportage, nobilitato dal talento di Kathryn
Bigelow, dei dieci anni di caccia all’uomo più
ricercato della storia moderna Osama bin Laden, a partire da tragiche
testimonianze in solo audio a schermo nero delle vittime dell’attacco alle Torri
Gemelle l’11 settembre 2001. La Bigelow, in stretta e
rodata collaborazione con Mark Boal,
corrispondente di guerra, dopo aver raccolto con cura documentazioni fondate, ha
creato una sceneggiatura racconto vivente di quanto può essere accaduto,
avvalendosi di una capacità di montaggio delle riprese, con modalità adatte alle
circostanze, dalle classiche in interni con una fotografia magnifica, a quelle con
camera a spalla, mosse e sporcate dal pulviscolo atmosferico o dalla fitta polvere
di certi ambienti, fino alla
meraviglia delle lunghe sequenze di notte fonda sfocate e con luce verdastra, quella
degli infrarossi di cui erano dotati i Navy Seals per l’impresa
decisiva. In un inarrestabile
crescendo, che lentamente coinvolge anche il più distratto spettatore, affiora
l’operato di un manipolo di agenti della CIA in Afghanistan, che in segreto si sono
adoperati a raccogliere le informazioni che potessero
condurre al famoso personaggio, fino ad
usare torture atroci,ormai considerate di utilità discutibile e vietate per
motivi etici, intercettazioni su numeri telefonici così ottenuti, mentre i continui
attentati con molte vittime civili e militari non facevano che esasperare gli animi e spingere
sempre più alla cattura. I capi dell’Intelligence in America volevano prove sicure, e solo nel maggio 2011, quando si sono
convinti con foto, filmati, e visioni dirette che probabilmente era stata
identificata la grossa costruzione dove Bin Laden poteva essere nascosto, in Pakistan, con un fremito di emozione generale
è stata presa la decisione di attaccare. A questo si è giunti anche, se non
soprattutto, per la tenacia e l’insistenza di un agente speciale della CIA, una
giovane donna bionda e delicata di fattezze ma con i nervi d’acciaio, che è sempre
stata presente
senza demordere mai dalle sue convinzioni e richieste, sola contro tutti. Il
suo nome, Maya, è di fantasia, le sue generalità sconosciute e il personaggio,
forse un po’romanzato,
lotta con la sofferta compostezza espressa dalla giovane attrice Jessica Chastain, cosi incisiva
e sincera da meritarsi una nomination
all’Oscar. Solo alla fine, vincente ma più che mai sola in un grande aereo, che
la riporta a casa, si permette una lacrima liberatoria, ma anche di smarrimento
per la deprivazione del suo costante obiettivo, distruggere per il suo paese e
per il mondo Osama Bin Laden, che da poco aveva riconosciuto nel cadavere
contenuto in una custodia e alla cui uccisione aveva assistito in diretta
attraverso un video. Qui Kathryn Bigelow allenta il controllo
sulle emozioni e fa anche omaggio al manipolo che ha compiuto la difficile
impresa, resa nel racconto con maestria insuperabile. Al di
là delle parole di chi ne scrive, il film va visto come parte della
Storia e grande cinema in continuo rinnovamento.
di AdeleH
1 commento:
Ciao, innanzitutto in occasione della tua prima recensione ti volevo dare il benvenuto a nome di tutti i redattori del blog, per quanto riguarda il film conto di intervenire in questo spazio non appena avrò visto il film. Intanto le tue parole sono la conferma di un'opera che è lecito attendere con una certa impazienza.
nickoftime
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