Produttore impegnato (nella sua scuderia anche il prossimo ed atteso "Camile Claudel" di Bruno Dumont appena presentato alla berlinale) e regista di film attenti alla componente sociale (Uomini senza legge, 2010) Rachid Bouchareb riesce a far parlare le sue protagoniste con voce sincera. Ad aiutarlo la capacità di filmare gli ambienti con una realismo che esalta le emozioni di personaggi inseriti perfettamente nel paesaggio urbano e naturale, con campi medi e lunghi, volti a suggellare un privato, quello di Marylin e Mona, dialetticamente connesso con l'altrove che le circonda. Meno efficace risulta la traduzione dei contenuti (la maternità, l'incontro tra le culture) affidati a scene come quelle che ad esempio interessano il segmento in cui le due donne vengono confortate dalla comunità indiana, concepite all’insenga di un terzomondismo sempre bravo e comprensivo, e con una scrittura debole quando si tratta di delineare le psicologie dei caratteri di secondo piano. Cionondimeno "Just Like a Woman" mantiene intatta la sua empatia, grazie all'immedesimazione di due attrici, Sienna Miller e Golshifteh Farahani (About Elly, 2009) che esibiscono la loro bellezza all'interno di una performance di elegante sobrietà. Infine è curioso l’aneddotto che lega il film a Sienna Miller. “Just Like a Woman” è infatti anche il titolo di una canzone che Bob Dylan compose ispirandosi ad Edie Sedgwick, musa di Warhol ai tempi della Factory. Ma Edie Sedgwick rappresenta anche il primo ruolo da protagonista della Miller che la inepretò nel lungometraggio del 2006 intitolato "The Factory Girl".
giovedì, febbraio 28, 2013
Just Like a Woman
Produttore impegnato (nella sua scuderia anche il prossimo ed atteso "Camile Claudel" di Bruno Dumont appena presentato alla berlinale) e regista di film attenti alla componente sociale (Uomini senza legge, 2010) Rachid Bouchareb riesce a far parlare le sue protagoniste con voce sincera. Ad aiutarlo la capacità di filmare gli ambienti con una realismo che esalta le emozioni di personaggi inseriti perfettamente nel paesaggio urbano e naturale, con campi medi e lunghi, volti a suggellare un privato, quello di Marylin e Mona, dialetticamente connesso con l'altrove che le circonda. Meno efficace risulta la traduzione dei contenuti (la maternità, l'incontro tra le culture) affidati a scene come quelle che ad esempio interessano il segmento in cui le due donne vengono confortate dalla comunità indiana, concepite all’insenga di un terzomondismo sempre bravo e comprensivo, e con una scrittura debole quando si tratta di delineare le psicologie dei caratteri di secondo piano. Cionondimeno "Just Like a Woman" mantiene intatta la sua empatia, grazie all'immedesimazione di due attrici, Sienna Miller e Golshifteh Farahani (About Elly, 2009) che esibiscono la loro bellezza all'interno di una performance di elegante sobrietà. Infine è curioso l’aneddotto che lega il film a Sienna Miller. “Just Like a Woman” è infatti anche il titolo di una canzone che Bob Dylan compose ispirandosi ad Edie Sedgwick, musa di Warhol ai tempi della Factory. Ma Edie Sedgwick rappresenta anche il primo ruolo da protagonista della Miller che la inepretò nel lungometraggio del 2006 intitolato "The Factory Girl".
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