Duri si diventa
di Etan Cohen
con Will Ferrell, Kevin Hart, Alison Brie
Usa, 2015
genere, commedia
durata, 100'
Un giovane miliardario viene incastrato per frode e ha trenta giorni di tempo prima di essere incarcerato. Decide di sfruttare il tempo che gli rimane per imparare quanto più possibile sulla sopravvivenza in carcere. La comicità di Will Ferrell si riconferma la formula vincente che sorregge il film, l'attore sperimenta – qui in coppia con Kevin Hart, bravo ma distante dal Galifianakis di “Candidato a sorpresa” – quel suo peculiare umorismo demenziale misto all'incredibile mimica che lo caratterizza, qui trasformandosi in una sorta di “pagliaccio triste”, essendo allo stesso tempo soggetto e vittima delle varie gag.
Ma quella stessa autoreferenzialità costante che da sola non consentirebbe di riempire la narrazione, qui è accompagnata da una trama che permette agli attori di ironizzare – mai in modo contenuto – su quei problemi economico-sociali che descrivono e riassumono la società americana.
Il fatto stesso che James King dia per scontato che Darnell sia stato in prigione essendo nero dà un'idea del forte taglio satirico, che rivitalizza e in un certo senso nobilita la comicità di Ferrell.
Ma il film si evolve ancora e verso il finale la comicità vira verso il parodistico, mettendo in scena tutti i cliché dei film d'azione, qui osservati attraverso un'ottica tanto demenziale da non mettere mai in dubbio il finale, essendo tutta la storia un mero pretesto.
Ed è forse proprio la storia, o meglio la sceneggiatura, a rappresentare l'anello debole del film.
La straordinaria capacità di Ferrell di far ridere senza nemmeno parlare copre una scrittura che si rivela in tutta la sua debolezza nei rari momenti in cui non è coinvolto, restituendo scene poco efficaci che, forse, perdono ulteriormente nella traduzione.
Nonostante la scrittura non renda un buon servizio a Ferrell, il film procede, seppure con occasionali momenti di lentezza, intrattiene, e affonda anche qualche colpo ben mirato, permettendo a quello che è probabilmente il più talentuoso membro del Frat Pack di mostrare, ancora una volta, di cosa è capace.
Michelangelo Franchini
di Etan Cohen
con Will Ferrell, Kevin Hart, Alison Brie
Usa, 2015
genere, commedia
durata, 100'
Un giovane miliardario viene incastrato per frode e ha trenta giorni di tempo prima di essere incarcerato. Decide di sfruttare il tempo che gli rimane per imparare quanto più possibile sulla sopravvivenza in carcere. La comicità di Will Ferrell si riconferma la formula vincente che sorregge il film, l'attore sperimenta – qui in coppia con Kevin Hart, bravo ma distante dal Galifianakis di “Candidato a sorpresa” – quel suo peculiare umorismo demenziale misto all'incredibile mimica che lo caratterizza, qui trasformandosi in una sorta di “pagliaccio triste”, essendo allo stesso tempo soggetto e vittima delle varie gag.
Ma quella stessa autoreferenzialità costante che da sola non consentirebbe di riempire la narrazione, qui è accompagnata da una trama che permette agli attori di ironizzare – mai in modo contenuto – su quei problemi economico-sociali che descrivono e riassumono la società americana.
Il fatto stesso che James King dia per scontato che Darnell sia stato in prigione essendo nero dà un'idea del forte taglio satirico, che rivitalizza e in un certo senso nobilita la comicità di Ferrell.
Ma il film si evolve ancora e verso il finale la comicità vira verso il parodistico, mettendo in scena tutti i cliché dei film d'azione, qui osservati attraverso un'ottica tanto demenziale da non mettere mai in dubbio il finale, essendo tutta la storia un mero pretesto.
Ed è forse proprio la storia, o meglio la sceneggiatura, a rappresentare l'anello debole del film.
La straordinaria capacità di Ferrell di far ridere senza nemmeno parlare copre una scrittura che si rivela in tutta la sua debolezza nei rari momenti in cui non è coinvolto, restituendo scene poco efficaci che, forse, perdono ulteriormente nella traduzione.
Nonostante la scrittura non renda un buon servizio a Ferrell, il film procede, seppure con occasionali momenti di lentezza, intrattiene, e affonda anche qualche colpo ben mirato, permettendo a quello che è probabilmente il più talentuoso membro del Frat Pack di mostrare, ancora una volta, di cosa è capace.
Michelangelo Franchini
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