Operazione U.N.C.L.E.
di Guy Ritchie
con Henry Cavill, Arnie Hammer, Alicia Wikander
Usa, 2015
genere, commedia, azione
durata, 117'
Nonostante i capi d’accusa che gli vengono imputati, la
pratica del remake non accenna a
diminuire, se è vero che proprio ieri il nuovo film di Luca Gaudagnino,
rifacimento del celebrato "La piscina" di Jaques Deray, si è
guadagnato un posto nel concorso ufficiale del prossima edizione del festival
veneziano. Nella stessa direzione anche se con minor tasso di autorialità si
esercitano l'inventiva e la goliardia di Guy Ritchie che per “Operazione
U.N.C.L.E.”, rivisitazione opportunamente aggiornata della celebre serie
televisiva, decide di riproporre la stessa joint venture che era stata alla base del successo di Sherlok
Holmes, con Lion Wigram nuovamente a coadiuvarlo in fase di scrittura e
produzione. Rispetto ai
lungometraggi dedicati al celebre investigatore, il nuovo lavoro
dell’autore inglese mantiene lo stesso spirito; non solo perchè il regista si
ritrova a ragionare su un soggetto già visto e su un passato storico - in
questo caso gli anni sessanta del muro di Berlino e della guerra fredda - da
ricostruire secondo i canoni dei film in costume, ma soprattutto perché, ancora
una volta, la componente action,
derivata dal fatto che i protagonisti della vicenda sono agenti segreti
chiamati a sventare la minaccia di una possibile guerra nucleare, viene innestata
su un plot fortemente sbilanciato
sul versante della comedy.
Tendenza, quella della contaminazione dei generi, diventata una delle
caratteristiche principali del cinema contemporaneo e postmoderno, che Ritchie
ha utilizzato a partire da "Lock, Stock, pazzi scatenati", opera
prima in cui l’ex marito di
Madonna si divertiva a giocare con i canoni e gli stereotipi della crimestory.
Da questo punto di vista la sequenza che fa da prologo al
film costituisce la dimostrazione lampante di quanto abbiamo detto, perchè
Ritchie in un colpo solo riesce a soddisfare i requisiti del progetto sia dal
punto di vista narrativo che dei meccanismi di genere, utilizzando la
rocambolesca esfiltrazione di Gaby, organizzata dall’agente dell’FBI Napoleon
Solo, brillantemente reso dal superman
Henry Cavill, e contrastata da quello del KGB Illya Kuryakin, ottimamente
interpretato dall’Arnie Hammer di Lone Ranger, per definire allo stesso tempo il tono della storia
e le dinamiche tra i personaggi; con la fantasia di Napoleon opposta alla
schematicità di Illya, esasperate
quel tanto che basta per rappresentare in maniera farsesca il corrispettivo
confronto tra l'America e la Russia di quegli anni. Dopo un inizio a dir poco
folgorante, “Operazione U.N.C.L.E.”
si prende più di una pausa, con i passaggi dedicati agli inseguimenti e
alle sparatorie che, paradossalmente, penalizzano per mancanza di ritmo e una
certa scontatezza, la qualità di un contesto che invece prende quota ogni volta
che lo spettatore si ritrova immerso nelle schermaglie dei due aitanti
protagonisti che, destinati a collaborare per il trionfo del bene comune,
continuano però a sfidarsi sul piano della moda e del buon gusto.
Espediente
tipico dei lungometraggi attraversati dalla volontà di decostruire gli archetipi
della narrazione, la postmodernità del film producon un piacere che deriva più
dal fatto di riconoscere il mascheramento operato sui campioni originali che da
un vero e proprio trasporto emotivo. Più testa che pancia insomma, senza
dimenticare il surplus offerto
dall’allestimento vintage di
ambienti, abiti e accessori e
dalla versione dolce vita della città capitolina, dove si svolge parte della
storia.
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