La casa dei libri
di Isabel Coixet
con Emily Mortimer, Patricia Clarkson, Bill Nighy
Spagna, Gran Bretagna, Germania, 2018
genere, drammatico
durata, 113'
Florence Green è una vedova che, verso la fine degli anni ’50, in Inghilterra, decide di aprire una libreria nella cittadina di Hardborough, prendendo possesso di quello che viene definito come un edificio abbandonato: la Old House. La decisione della protagonista è da considerarsi come una vera e propria svolta nella sua vita, che avviene diversi anni dopo la perdita del marito durante il secondo conflitto mondiale. Nonostante l’apertura della libreria non sia vista di buon occhio dalla cittadina, la scelta di Florence denota grande coraggio. E proprio questo coraggio verrà ripagato dalla sua giovanissima aiutante Christine, che, pur non amando la lettura, si affeziona fin da subito sia al luogo che ai modi di fare di Florence, ma anche dal signor Edmund Brundish, l’anziano che tenterà di sostenere con ogni mezzo l’operato della donna, aiutandola anche e soprattutto nella scelta dei libri da poter vendere nella libreria. Purtroppo, però, Florence dovrà fare i conti con la vendicativa signora Gamart, la quale vedendosi sfumare davanti agli occhi il sogno di poter avere la Old House tutta per sé e poterla utilizzare per altri scopi, ricorrerà ad ogni mezzo per avere la meglio e ottenere ciò che ritiene suo di diritto.
Uno degli elementi che sicuramente desta attenzione all’interno di quest’opera, tratta dal romanzo “La libreria” di Penelope Fitzgerald, è la centralità della figura femminile. Una centralità sicuramente legata al personaggio di Florence Green, ma anche a tutti gli altri che la circondando, da Christine che la accompagna letteralmente per l’intera durata della vicenda e addirittura oltre, alla signora Gamart. Quello che si scontra è un mondo totalmente al femminile, nel bene e nel male. L’altro elemento altrettanto centrale è, come ci suggerisce già il titolo, la forte presenza della letteratura. La regista Isabel Coixet sembra quasi voler invitare lo spettatore a prendere in mano un libro e iniziare a leggerlo perché la forza della lettura è superiore a qualsiasi cosa si possa pensare. E ce lo dimostra chiaramente attraverso i personaggi che utilizzano e mettono in pratica tutto ciò che apprendono dai libri. La tenacia e il coraggio di Florence scaturiscono proprio da questo e, nei momenti nei quali comincia a dubitare, ecco che arrivano le sue ancore, Christine da una parte e il signor Brundish dall’altra, pronti a risollevarla e a essere, a loro volta, sollevati dalla protagonista che riesce a trasmettere loro tutta la propria positività.
Interessante anche il contrasto tra le letture che Florence propone all’interno della sua libreria e la sua stessa personalità. Un’opera come “Lolita” di Vladimir Nabokov, della quale la libraia acquista 250 copie e che pubblicizza in maniera massiccia nella vetrina del suo negozio, è in netta contrapposizione con il suo modo di fare e di essere. Aiutata, consigliata e instradata, però, nel giusto modo, è in grado di comprendere e riconoscere il vero valore di un testo. Is“La comprensione rende la mente pigra” le ricorda il signor Brundish e Florence ne fa una vera e propria lezione di vita. Insomma, quella che lo spettatore percepisce è una storia autentica e vera vissuta da persone comuni che affrontano la vita reale.
Veronica Ranocchi
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