Inserito nella sezione Le stanze di Rol curata da Pier Maria Bocchi Antidisturbos racconta il lato oscuro della Spagna dei nostri giorni con uno stile a metà tra Sidney Lumet e Kathryn Bigelow. A dirigerlo un grande come Rodrigo Sorogoyen.
Come ogni festival che si rispetti anche il Torino Film Festival presenta in anteprima la sua serie televisiva. Nel farlo però conferma il solco di una tradizione, quella dell’ex Festival dei giovani che riesce a fare a meno del nome altisonante per puntare decisi alla qualità dell’offerta.
Un’affermazione la nostra vera solo in parte perché in Spagna il nome di Rodrigo Sorogoyen è di quelli da tempo associati al meglio della sua categoria e per quanto ci riguarda uno dei pochi in grado di unire sensibilità artistica e gusto dell’intrattenimento.
Specialista dei generi (El reino, La madre) Sorogoyen li frequenta con spirito militante approfittando della popolarità del mezzo per raccontare con attitudine non conciliante la Spagna del suo tempo e nel caso di Antidirburbos per continuare a farlo nella direzione intrapresa con El Reino, ovvero portando a galla meccanismi e dinamiche della corruzione all’interno dell’elemento statuale.
Una pandemia, questa, talmente diffusa e risaputa in ogni dove da consentire al regista di metterla in scena attraverso elementi narrativi essenziali (avidità e potere sono desideri sufficienti a rendere verosimile la decadenza del contesto) utili a evitare troppe spiegazioni e tali da consentirgli di dare il meglio di se nella messa a punto dei meccanismi di causa effetto atti a scatenare la tensione e nella fattispecie il climax emotivo derivato dalla verosimiglianza delle scene d’azione in cui la cosiddetta società degli uomini ( e il suo machismo) mette in scena la parte più oscura del suo retaggio. Prova ne sia quella che apre il primo episodio in cui dopo breve introduzione ci si ritrova insieme alla squadra di poliziotti antisommossa alle prese con l’esecuzione di uno sfratto complicato dall’opposizione di un gruppo di inquilini inferociti.
Le indagini causate dell’incidente mortale occorso a uno dei dimostranti però è solo l’inizio – almeno questo è quello che si intuisce dalla visione dei primi due episodi – di una vicenda che dal manipolo di agenti protagonisti della vicenda si allarga a macchia d’olio sul resto della compagine istituzionale in uno scontro tra poteri forti destinata ancora una volta a far pagare lo scotto agli ultimi anelli della catena.
Dotato della capacità di sintesi necessaria a soppesare immagini e parole Sorogoyen si muove tra Sidney Lumet e Kathryn Bigelow, in un dialogo continuo tra pubblico e privato, tra pensiero e azione destinato a trovare coerenza nella sensazione generale di cupio dissolvi che certifica l’atto di accusa nei confronti della società spagnola contemporanea.
Prodotto dalla spagnola Movistar, Antidisturbos conferma la bontà di una selezione come quella messa insieme da Pier Maria Bocchi ne Le Stanze di Rol contenitore di alcuni dei film più originali e interessanti visti in questo festival.
Carlo Cerofolini
(pubblicato su taxidrivers.it)
sabato, dicembre 05, 2020
38 TORINO FILM FESTIVAL. ANTIDISTURBOS
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