giovedì, dicembre 10, 2020

L'INCREDIBILE STORIA DELL'ISOLA DELLE ROSE

L’incredibile storia dell’isola delle rose

di Sydney Sibilia

con Elio Germano, Matilde De Angelis, Leonardo Lidi

Italia, 2020

genere: commedia, drammatico

durata: 117’

Da poco sbarcato su Netflix “L’incredibile storia dell’isola delle rose” è il nuovo film di Sydney Sibilia prodotto dalla Groenlandia, casa di produzione fondata nel 2014 dallo stesso regista insieme a Matteo Rovere. Con la stessa i due si sono aggiudicati numerosi riconoscimenti per tanti grandi titoli italiani, uno su tutti la trilogia di “Smetto quando voglio”.

“L’incredibile storia dell’isola delle rose”, come suggerisce il titolo, è davvero una storia incredibile che sembra assurda e completamente inventata, ma che, invece, è verissima.

La vicenda si basa, infatti, su qualcosa di realmente accaduto. Bisogna tornare indietro al 1968 per incontrare Giorgio Rosa, un ingegnere, ma soprattutto un sognatore, che, un giorno, decide di costruire un’isola, o meglio una piattaforma, al di fuori delle acque italiane. E intorno alla realizzazione e alla trasformazione di quest’ultima in uno stato indipendente con una propria lingua ufficiale, una moneta e dei francobolli ruota la vicenda che vede protagonisti Giorgio e Gabriella soprattutto, ma anche tanti altri personaggi.

Giorgio Rosa, interpretato da un Elio Germano in formissima, non è solo un ingegnere, ma, come detto, è un sognatore e un ragazzo come tanti altri che, per amore, sembra disposto a tutto, anche a costruire di sana pianta un’isola sulla quale abitare o comunque far confluire persone provenienti da molteplici luoghi.

Come affermato dallo stesso regista, quella che è stata mostrato sullo schermo è la verità, seppur, in taluni frangenti compressa o dilatata. Inventare alcuni frangenti avrebbe probabilmente limitato la sceneggiatura perché si sarebbe interrogata sulla veridicità di determinate situazioni. Invece la caratteristica principale della pellicola è proprio il fatto che racconta una storia autentica dove tutto è reale. La forza, poi, sta nel modo che Sibilia ha di raccontare questa assurda vicenda. Con una strizzata d’occhio al suo cinema in particolare, divertente, spiritoso, spigliato e diretto soprattutto ad un pubblico giovane.

Disseminato di velata (ma neanche troppo) ironia, “L’incredibile storia dell’isola delle rose” risulta una commedia piacevole che si fa apprezzare. Dopo un inizio completamente diverso dal resto della storia, freddo e straniero, siamo immersi in un’atmosfera più colorata e scanzonata. Un’atmosfera più estiva che riesce a rappresentare nel migliore dei modi quello che è stato il 1968.

Elemento non di poco conto è la veridicità degli attori e quella con la quale tutti si sono approcciati per rendere ancora più reale una storia vera a tutti gli effetti. A tal proposito l’accento bolognese di Germano è solo uno dei punti di forza. Ad arricchire il tutto anche gli altri personaggi, dagli amici ai politici dell’epoca rappresentati quasi come delle maschere.

La sorte, infelice, dell’isola sembra essere l’unico aspetto che distanzia il prodotto di Sibilia dalla storia. Se infatti l’isola è stata abbattuta poco dopo la sua creazione, nonostante gli sforzi e le proteste del suo creatore e di tutti i “seguaci”, la commedia distribuita da Netflix sembra avere tutte le carte in regola per imporsi sul pubblico, al pari di altri titoli dello stesso autore, e rimanere a galla nel grande e vasto catalogo della piattaforma. E non solo.

Veronica Ranocchi

4 commenti:

alberto bertow marabello ha detto...

Storia particolarissima in effetti.
Se usassi nefflics potrei guardarla

In The Mood For Cinema ha detto...

Forse uno di quei casi in cui la realtà supera la fantasia. Comunque lo vedrò al più presto, ma ho il timore che possa essere un film un po' troppo "nostalgico", ma spero di sbagliarmi.

nickoftime ha detto...

@alberto bertow marabello: sì, storia molto particolare. Comunque consigliata ;) -Veronica

nickoftime ha detto...

@In The Mood For Cinema: forse a tratti un po' nostalgico, ma neanche troppo. Una chance gliela darei comunque, anche solo per conoscere questa storia di cui io personalmente ignoravo l'esistenza... -Veronica