lunedì, settembre 24, 2012

MONSIEUR LAZHAR


MONSIEUR LAZHAR (Can 2011)

Regia: Philippe Falardeau

(recensione di Fabrizio Luperto)

In una scuola elementare del Quebeq una maestra si impicca in aula. La sostituisce Bachir Lazhar, insegnante di origine algerina.
Lazhar ha fatto letteralmente carte false per avere quel posto nascondendo alla dirigente scolastica il proprio passato, con il quale non riesce a fare i conti.
Grazie al supplente l'anno scolastico si trasforma in un'elaborazione comune del dolore e in una riscoperta del valore dei legami e del conoscersi.

Monsieur Lazhar rappresenta un piccolo caso cinematografico; giunto nelle sale a fine estate in pochissime copie, sta conquistando consensi e spettatori grazie al passaparola e la sua permanenza in sala sta superando le previsioni più rosee.

Un film dalla narrazione essenziale e chiara che si sviluppa a piccoli passi attraverso l'elaborazione del dolore e del senso di colpa da parte dei piccoli alunni, costretti a confrontarsi con psicologi professionisti del dolore, ma che troveranno sollievo attraverso le parole e i gesti del maturo insegnante algerino.
Monsieur Lazhar colpisce lo spettatore per la recitazione misurata, per le frasi sottovoce, per la delicatezza con la quale tocca le corde dei sentimenti.

Ma la vera forza del film è rinchiusa in quello che non ci viene detto; le motivazioni del suicidio della giovane e bella maestra restano sconosciute e sulla sua morte aleggia minaccioso, anche se solo sussurrato, il sospetto della pedofilia, incoraggiato dalla messa in scena del suicidio a danno di un ragazzino di soli nove anni.

Philippe Falardeau è bravo a nascondere dietro sequenze apparentemente semplici una regia ricercata e costruita con sapienza.

Ottima l'interpretazione del protagonista Fellag, attore teatrale di origine algerina e del piccolo Emilien Néron.

Évelyne de la Chenelière, autrice della pièce da cui è tratta la sceneggiatura, interpreta la madre di Alice (Sophie Nélisse)

Vincitore del premio del pubblico a Locarno 2011. 


Fabrizio Luperto

2 commenti:

nickoftime ha detto...

essendo un frequentatore di Locarno ne avevo sentito le lodi ma fin'adesso è rimasto fuori dal mio carnet..la tua recensione fa venire voglia di vederlo..

nickoftime

veri paccheri ha detto...

ciao Nick, la recenzione è di Fabrizio ma avendo visto il film mi sento di condividere a pieno le sue considerazioni in merito. Secondo me è un film da vedere, ben scritto, ben interpretato, tutto con garbo ed i bambini hanno larga importanza. molto bella la storia.