lunedì, settembre 07, 2015

CITTA' DI CARTA

Città di carta
di Jack Schreier
con Nat Wolff, Cara Delevingne, Austin Abrams, Justice Smith
Usa, 2015
genere, commedia, drammatico
durata,  109'



Sosteniamo, e non da ora, che il valore di qualsivoglia lungometraggio debba svincolarsi dal confronto con la materia letteraria da cui è tratto per diventare un’altra cosa. Ciò non toglie che le caratteristiche e il peso della fonte primaria e, nella fatti specie, di quella cartacea, sia, alla pari delle altre componenti, uno degli aspetti di cui tenere conto al fine di collocare una data opera, all’interno della giusta prospettiva. Che, nel caso di “Città di carta”, diretto da Jack Schreirer, è quella del racconto di formazione e degli amori adolescenziali, che usualmente movimentano le esistenze di milioni di teen agers. Un luna park  di sentimenti discordanti, che John Green, scrittore dell’omonimo best seller da cui “Città di carta” è tratto, riesce ogni volta a ricomporre all’insegna di un romanticismo d’antan che ha fatto di lui una specie di versione giovanile del collega Nicolas Sparks. Corteggiato da Hollywood, che del suo precedente romanzo aveva fatto uno dei blockbuster della scorsa stagione (Colpa delle stelle), Green ha il pregio di guadagnarsi i favori dei lettore proponendo una casistica amorosa destinata ad assurgere a un ideale di perfezione che nel cinema ha fatto la fortuna di Shailene Woodley, diventata famosa per averne incarnato le sembianze nel film diretto da Josh Bone.


A dispetto di quel precedente che, ricordiamo, si concludeva senza speranze per la coppia in questione, “Città di carta” offre al regista un copione meno sofferto e più sognante, raccontando della scomparsa di Margo Spiegelman, irrequieta reginetta della scuola, e del tentativo di ritrovarla da parte di Quentin Jacobsen, segretamente innamorato di lei sin dai tempi dell’infanzia. Cospargendo la storia di riferimenti musicali (Woody Guthrie) e  di citazioni poetiche (tratti da “Foglie d'erba” di Walt Withman) attribuite al personaggio di Margo, anticonformista quanto basta per  mettere in risalto l’ordinarietà di chi gli sta attorno, tutti, compreso Quentin, avviati a quella vita borghese a cui Margo (Cara Delevingne, attrice in forte ascesa) con il suo esilio volontario, si vuole sottrarre, “Città di carta” aveva dalla sua le qualità per rappresentare il manifesto di una generazione in corso d’opera. Sullo sfondo delle vicissitudini tipiche dell’età giovanile, peraltro sempre in primo piano con gli impegni legati al ballo di fine d’anno e, di conseguenza, con la ricerca della dama e del cavaliere con cui accompagnarsi, il libro di Green non si limitava all’aggiornamento del diario sentimentale dei suoi virgulti ma lasciava trapelare gli echi di una civiltà morente (con i relitti delle città fantasma in cui Margo finisce per rifugiarsi), che, in qualche modo, servivano ad amplificare le ansie dei protagonisti nei riguardi del futuro che la fine del liceo spalanca in tutta la sua incertezza.


Un patrimonio di attitudini e sensazioni in cui Schreiner e i suoi sceneggiatori rinunciano a entrare, limitandosi a illustrarle con aneddoti e semplificazioni che tolgono spessore alle psicologie dei due protagonisti; soprattutto a quella di Margo, che Quentin e i suoi amici non riescono mai a evocare con anelito proporzionali alla mitologia costruita intorno al personaggio. Senza considerare che  la convenzionalità della messinscena - che fa il verso ai vezzi dei teen movie degli anni 80 (con inserti in cui i ragazzi esprimo la loro esuberanza assecondando il ritmo della musica di turno) - non riesce a rendere sul piano delle immagini, le varianti di una storia che a un certo punto mette in campo una trasferta in pieno stile road movie e un finale a suo modo insolito. Carenze che, almeno in parte, spiegano la disaffezione del botteghino americano nei confronti del film.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei uno dei pochi che fa recensioni intelligenti, dicendo apertamente il proprio punto di vista, Davvero un piacere leggere i tuoi articoli.

Se t'interessa anch'io ho dato la mia opinione a riguardo:
https://librilettura.wordpress.com/2015/09/07/citta-di-carta-nulla-di-che-film/

nickoftime ha detto...

ti ringrazio per l'apprezzamento e inoltre leggendo la tua bella recensione mi sono accorto che i nostri pareri sono in larga parte convergente. Peccato per il film perchè il libro che avevo letto costituiva davvero un'ottima base di partenza per la realizzazione di un buon lungometraggio.

Raggywords - Ale ha detto...

Ehilà sono di nuovo qui *-*
Avevo letto il libro, quindi sapevo già che storia fosse, e nonostante ciò sono rimasta positivamente colpita dal film, anche se mi sanguinano ancora le orecchie per come hanno letto “Ed Sheeran (dai, Sheeràn non sta né in cielo né in terra ahah) e per il finale che bleah.
Però il cast era perfetto secondo me, soprattutto Quentin e Radar e… Si, anche Margo anche se la Delevingne non mi sta proprio simpaticissima.
E' inutile che ti lasci qui di nuovo il link della mia recensione, perchè c'è gia nel post dedicato a Mission Impossibile Rogue Nation :3
Fai un salto se vuoi,
_Rainy_

nickoftime ha detto...

Ciao Rainy,
appena posso vengo a "trovarti"...intanto rispondo qui a proposito del film di "cartone"..a essere sincero la ragazza non mi ha colpito particolarmente ma direi che bisogna aspettare di vederla nei prossimi film che usciranno ( e da quello che so a breve ce ne saranno tanti) per poterla giudicare con ragion di causa..certamente il cast è uno dei pregi del film e il libro di Green mi è piaciuto davvero tanto che nel regalare come faccio sempre la copia che avevo appena letto ho pensato di donarla alla persona che mi è più cara nella vita :))

nickoftime