venerdì, giugno 30, 2017

CODICE CRIMINALE

Codice criminale
di Adam Smith
con Michael Fassbender, Brendan Gleeson
Gran Bretagna, 2016
genere, drammatico
durata, 99'


Nulla da dire sull’inizio di “Codice criminale” che lascia ben sperare soprattutto se capita di vederlo in lingua originale, dove il parlato gergale di Michael Fassbender e Brendan Gleeson concorre insieme alla schiettezza delle immagini a definire il milieu marginale e proletario entro la quale si svolge la vicenda. La fiducia di cui parlavamo poc’anzi deriva soprattutto dalle caratteristiche della materia trattata. Succede infatti che il film, descrivendo senza molti giri di parole l’esistenza di una comunità di reietti abituati a sbarcare il lunario con furti e piccole ruberie metta in conflitto Colby (Gleason), il capo del sodalizio, e Chad (Fassbender), figlio e luogotenente intenzionato a sottrarsi all’influenza dell’ingombrante genitore per proteggere il futuro della sua famiglia, assumendo le sembianze di una tragedia shakesperiana nella prefigurazione di uno scontro edipico annunciato dal montante fastidio con cui Chad assolve ai compiti assegnatogli da padre.


Ciò che capita invece lascia non poco a desiderare: è questo non perché Fassbender non sia capace di spogliarsi della loro aurea divistica e sporcarsi le mani con un ruolo simili a quelli interpretati prima di diventare una star.hollywoodiana. Il difetto di “Codice criminale” riguarda piuttosto la sceneggiatura, poco plausibile in termini di verosimiglianza quando si tratta di giustificare i cambi di atteggiamento di Chad, oppure nel momento un cui la storia si confronta con il versante delinquenziale della faccenda, organizzando una “caccia al ladro” piena di incongruenze e di forzate coincidenze. A rimetterci è anche la forza drammaturgia, destinata ad affievolirsi allorché il regista, all’apice della tensione, decide che sia venuto il momento di cambiare registro, consegnandoci un finale che, all’insegna del motto “poveri ma belli” chiama in causa la versione più spensierata del cinema Loachiano, capace di trasformare la tragedia in sberleffo e di regalare al protagonista un destino meno funesto di quello che aveva fatto intendere. 

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