Quando un padre
di Mark Williams
Gerard Butler, William Dafoe, Alfred Molina
Canada,2016
genere, drammatico
durata, 108'
"Quando un padre segna" il debutto alla regia di Mark Williams.
Dane Jensen (Gerard Butler) è un cacciatore di teste che lavora moltissimo (70 ore a settimana) per mantenere la propria famiglia e consentire a moglie e figli una vita più che agiata. Con il passare del tempo, Dane è però sempre più preso dai suoi impegni lavorativi al punto che finisce per trascurare il suo intero nucleo familiare. Finchè un giorno il figlio maggiore, Ryan, di dieci anni, si ammala gravemente. Dane è costretto a rivedere la sua scala di valori e questo lo porta ad un grosso e brusco cambiamento sia interiore che esteriore.
I coprotagonisti della storia sono William Dafoe che interpreta Ed, lo spietato manager della società di recruitment per la quale lavora Dane e Alfred Molina, che è un anziano ingegnere che sta cercando un nuovo lavoro con molte difficoltà a causa della sua età.
Le musiche sono curate da Mark Isham che accompagna ed evidenzia ogni passaggio emotivo e drammatico del film in sintonia e sincronia con i cambiamenti emotivi del protagonista Dane/Butler.
Non appena il figlio Ryan si ammala il ritmo della storia cambia bruscamente di passo: Dane si ritrova ad interiorizzare se stesso e le sue emozioni attraverso il dolore e la emotività del piccolo Ryan che è un bambino estremamente sensibile.
Lui sogna di dipingere grattacieli, ma non di costruirli: è un piccolo grande idealista e con la forza della sua prorompente ingenuità trascinerà anche il padre – inizialmente riluttante – nel suo mondo fatto di sogni, colori e altezze asimmetriche e fantastiche dei grattacieli più belli di Chicago.
Il viaggio di Ryan nel visitare i grattacieli più spettacolari della città in cui vive (Chicago) rappresenta anche un viaggio terapeutico per la rinascita del rapporto padre-figlio sopitosi nel tran-tran quotidiano del business -solo-per-fare-soldi.
“Quando un padre” dunque sinceramente è un film che riesce a incantare ed a farti immergere nella sua stessa atmosfera per oltre 100 minuti che volano tra commozione e lacrime prepotenti.
Il tutto grazie anche alla qualità dei protagonisti che ci mostrano un’immagine tipo di coppia americana borghese che riesce a parlare in camera da letto della sua sfiorita e banale vita sessuale, La storia ambientata nella città di Chicago, che ha uno degli skyline più affascinanti al mondo, riesce a dare un taglio avveniristico ed affascinante in sintonia con le curve altrettanto avveniristiche dei suoi skyscrapers come la Tribune Tower e la Willis Tower .
La bellezza del film, la sua magia, a mio avviso è tutta sintetizzata in una frase recitata dal piccolo Bryan: “Non fate piccoli progetti perché non hanno la magia di scaldare il cuore degli uomini”.
In altre parole: pensate sempre alla grande, non ve ne pentirete. Pensate con occhi di bambino aperti verso il futuro e non chiusi verso il passato e le paure del domani.
E’ il sogno americano che ritorna prepotente ma mai banale, soprattutto in questa storia e forse anche in questi tempi che stiamo vivendo. Un sogno che non può che fare bene ai nostri animi e scaldarci il cuore da questo lungo freddo inverno di crisi di valori e di idee.
Nelle sale dall’8 Giugno: da non perdere.
Michela Montanari
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