mercoledì, dicembre 19, 2007
Voglia di normalita'
Il film del canadese e' solo un esempio di una tendenza sempre piu' generalizzata, da parte di chi fa opinione, di esaltare quei film di registi, fino a poco tempo prima messi all'indice per il contenuto delle loro opere, ritenute pericolosamente malate e sobillatrici dell'ordine costituito ed ora esaltate per la riproposizione degli stessi temi, opportuamente ripuliti degli aspetti meno digeribili.
Accanto al regista canadese figurano una schiera di ex-negletti che appena ritrovano la cosiddetta "linearita' di struttura". "..si sente la mano del cosceneggiatore Lawrence Block, formato al rigore dei gialli.." afferma Mereghetti quando dichiara di apprezzare la coerenza narrativa di Blueberry Nights di Wang Kar Wai, di per se' un pregio quando fa riferimento ad un cinema di tipo classico, sul modello riassunto in maniera splendida da tutta la filmografia di Clint Eastwood, un altro regista di cui bisognerebbe parlare a proposito di subitanei ripensamenti - dove la cronologia delle azioni e' la chiave necessaria per la loro interpretazione, ma banalizzante all'ennesima potenza quando ingabbia un cinema che vorrebbe esprimere l'ineffabile. Oppure dall'esaltazione tout cort dello sperimentalismo alla moda e molto voyeristico di Paranoid Park, l'ultima acclamatissima opera di Gus Van Sant (intere redazioni di giornali specilizzati lo indicano come miglior film del 2007!) - icona (i Cahiers du Cinema lo schiaffano nella loro empirea copertina in segno di riconosciuta venerabilita'!) prescelta per rimpiazzare il Von Trier, beniamino caduto in disgrazia - al salvataggio in calcio d'angolo di uno dei grandi della "Nuova Hollywood", il Francis Coppola di A youth without a youth, il cui polpettone filosofico-religioso-esistenziale viene graziato dai corrispondenti della Festa romana e, quand'anche criticato, si tratta pur sempre di buffetti affettuosi.
Di questo passo non si devono preoccupare "David Inland Empire Lynch" o "Emanuele
Nuovomondo Crialese" (unico tra i giovani registi italiani capace di ragionare con la propria testa), apertamente sbuccellati alla penultima mostra veneziana, per alcune sequenze ritenute pretenziose o volutamente criptiche (il mare di latte da dove emergono e poi nuotano gli emigranti siciliani e praticamente tutto il film del regista.
martedì, dicembre 18, 2007
Paranoid Park
martedì, dicembre 11, 2007
Across the universe
Piano, solo
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lunedì, dicembre 10, 2007
Neandertal
rinascimento cinematografico dopo i fasti dei mitici '70 non assicura sempre la qualita' del prodotto. Prendi Neandertal, per esempio e ti accorgi della verita' di questo assioma. Presentato in concorsoal Torino Film Festival 2007 come un film su un ragazzo affetto da una dermatite acuta che gli deturpa la faccia e gli impedisce di vivere una vita normale, il film a poco a poco si trasforma in un percorso di ribellione di stampo sessantottina che e' anche un riassunto frettoloso di tutte le istanze del ribellismo dantan e della contestazione giovanile (rifiuto dei modelli familiari, fuga da casa e vita nel falansterio maledettismo, anarchia, sesso, droga e rock and roll, e l'elenco delle voci potrebbe dare vita ad altre sottocategorie che renderebbero l'elenco insostenibile) che si conclude, dopo un accumulo fraccassone e sgangherato, con un improvviso quanto repentino ritorno alla normalita', sancito da un commento fuori campo che annuncia il prossimo ritorno dell'Uomo di Neandertal. Indeciso sulla strada da seguire, il regista ha pensato all'ipotesi minestrone nella speranza che la quantita' della carne al fuoco ed una musica a tutto volume potessero da una parte acchiappare un pubblico trasversale, dall'altra far sentire in maniera chiara la rabbiosa urgenza che l'avrebbe convinto a girare il film. Peccato che oltre alla coerenza drammaturgica (dopo un po' della malattia non resta traccia ed il film prende tutt'altra direzione) al risultato faccia difetto uno stile ibrido e irrisolto, che assume il modello fassbinderiano come semplice cliche', ed una recitazione davvero approssimativa, con attori poco incisivi (il protagonista) o sopra le righe. Nel frattempo il film e' finito da un bel pezzo ed ancora non abbiamo capito il senso del titolo; prima o poi qualcuno lo spieghera' anche a noi,nel frattempo prendete carta e penna e segnatevi il titolo del film e il nome... del regista: se lo incontrate evitatelo con cura.
Nella valle di Elah
Diario di una tata
Scarlett Johansson sempre più a disagio davanti alla macchina da presa grazie anche ad un copione che ne mortifica la fisicita' e la relega ad un ruolo monofaccia, vi interpreta il ruolo di una Tata "Pretty Woman" con aspirazioni cristologiche, costretta per spirito di corpo (nei confronti del copione, non della storia di cui si vede non le interessa un granche') a subire le vessazioni di una "matrigna" dalla faccia d'angelo, interpretata con la solita professionalita' da Laura Linney, e le sporche attenzioni del di lei marito, cattivo e fedigrafo, impersonato da quel marpione della recitazione di Paul Giammatti. Non contenta di cotanta afflizione la poverina rincara la dose e si sacrifica nel tentativo di salvare il figlio di questi sciagurati, una simpatica faccetta simile al piccolo Nicholas Bradford della mitica serie televisiva (stesso taglio di capelli, stessa faccia paffutella). Non temete però, con un finale da fantascienza - ma non doveva essere una commedia di costume, che poi era diventata una commedia sentimentale? - tutto si conclude senza spargimento di sangue e con un happy end che non si fa piu' neanche in televisione. Che dire di piu', speriamo solo di aver sognato oppure facciamo finta che nulla sia accaduto e rimettiamoci in attesa del nuovo film di Robert Pulcini e Shari Springer Berman: quello appena visto non e' mai pervenuto.
giovedì, dicembre 06, 2007
Charlie Bartlet
The art of negative thinking
Nel caso specifico a venire demolito e' il sistema di pensiero e le azioni che riguardano il recupero psicologico delle cosiddette "persone diversamente abili": terapia di gruppo, assistenza medica domiciliare, pensiero positivo vengono tirati in ballo quando la moglie del protagonista, nel disperato bisogno di recuperare il matrimonio messo a rischio da un incidente stradale che lo ha reso tetraplegico, si affida ai moderni mezzi del sistema sanitario, ottenendone in cambio un unita' di supporto modello Ghostbuster, capitanata da una venditrice di fumo intenta a confermare le teorie contenute del libro che vuole pubblicare e formata da un accolita di derelitti, che dovrebbero essere la prova della giustezza del metodo ed invece ne sono la sconfitta piu' evidente. Dall'incontro/scontro tra il mondo del dolore reale e quello immaginato, ognuno dei protagonisti trovera' la sua dimensione e forse una vita piu' felice. Caratterizzato da momenti di comicita' involontaria che non e' mai gratuita ma
scaturisce dall'assurdita' delle situazioni, il film e' allo stesso tempo duro e delicato ed ha il pregio di non dare nulla per scontato. Corredato da spunti cinefili che diventano il simbolo di una condizione (il protagonista, giacca verde e capelli spinaciosi, sembra un reduce del Vietnam e fa la roulette russa come Christopher Walken ne "Il Cacciatore" ) e con un crescendo emotivo che sfocia in una catarsi finale inaspettata e liberatoria, il film e' un autentica rivelazione e si candida di diritto tra i possibili vincitori del Torino Film Festival 2007.
Actrices
lunedì, dicembre 03, 2007
Vogliamo anche le rose
La promessa dell'assassino
The Savages
martedì, novembre 27, 2007
My Blueberry nights
Un'altra giovinezza
Insomma una vera e propria abbuffata cui si fa fatica a tener dietro, non solo per mancanza di istruzioni d'uso ma, soprattutto, per una costruzione lambiccata e pretenziosa che salta di palo in frasca, lasciando lo spettatore sbigottito di fronte a tanta confusione. In sede di presentazione Coppola non si e' scomposto di fronte alle perplessita' dei suoi interlocutori dichiarando che il film appartiene alla categoria dei tesori da riscoprire per la complessita' della posta in gioco. Senza nulla togliere al valore assoluto dell'artista, non si commette lesa maesta' affermando che, eccezion fatta per l'attrice romena, deliziosa quanto basta per farti dimenticare tutto il resto, l'ambizione coppoliana ha prodotto questa volta un'opera spuria, in cui semplicita' produttiva, voglia di rimettersi in gioco e sfida alle regole precostituite devono essere accostate al film nelle loro accezioni negative.
giovedì, novembre 15, 2007
Ai confini del paradiso
cammino di liberta' da loro intrapreso.
Akin dimostra che la Sposa Turca non era un episodio occasionale, grazie ad un linguaggio cinematografico che e' secondo solo al vitalismo ed alla passione che trasuda nell'opera e che qui viene tenuta a bada da una tecnica che riesce a diventare sangue e corpo della storia. Di fronte ai sentimenti di gioia e di dolore la telecamera sembra quasi fare un passo indietro, condividendo gli stati d'animo senza far l ricorso al voyeurismo imperante. Ne consegue un pudore che non cancella la capacita' di raccontare la vita fino al termine della notte ma restituisce dignita' ad una condizione continuamente offesa dall'invadenza Orwelliana. La scelta degli attori, bravi e sconosciuti, la fotografia che diventa il barometro della situazione, la capacita' di restituire un momento storico senza intaccare la fluidita' della narrazione sono la conferma definitiva di una maturita' precocemente raggiunta.
lunedì, novembre 12, 2007
La giusta distanza
domenica, novembre 11, 2007
Giorni e nuvole
venerdì, ottobre 19, 2007
Popcorn
martedì, settembre 25, 2007
L'ora di punta
Premonition
domenica, settembre 23, 2007
Il dolce e l'amaro
La ragazza del lago
I'm not There
mercoledì, settembre 12, 2007
Reign Over Me
Se ce ne fosse ancora bisogno Reign over me conferma come i fatti dell'11 settembre siano ancora una ferita aperta non solo per il pubblico americano ma in generale per l'intero emisfero cinematografico. Solo cosi' si puo spiegare la scarsa considerazione nei confronti di un film che ha le qualita' estetiche e morali per affiancare e talvolta superare illustri predecessori. Sarebbe pero' riduttivo relegare l'opera nell'angusto recinto dei film a tema, frutto di una ecessita' contingente e modaiola. Qui la tragedia assume un respiro piu' ampio, diventando quasi laterale alla struttura del racconto che costruisce le atmosfere attraverso un sottile equilibrio di parole e silenzi ed affonda le sue radici in un esistenzialismo laico e vitale che ai voli pindalici preferisce una fenomenologia dell'anima capace di accostarsi al dolore senza cadere in ammiccamenti voyeristici o nelle soluzioni ad effetto. Diretto con mano sicura da Mike Binder (The upside unger) che firma anche la sceneggiatura e si ritaglia un piccolo ruolo (e' l'avvocato occhialuto e pragmatico che amministra le ricchezze del protagonista), corredato da una fotografia (Russ Alsobrook) crepuscolare ma calda, capace di regalarci una New York inedita e altrettanto affascinante, il film si avvale di un cast superbo su cui spiccano un attore di classe come Don Cheadle e soprattutto un Adam Sandler in versione Bob Dylan capace di valorizzare il suo ruolo con efficace sobrieta. Quando poi un film si puo permettere un cameo come quello di Donald Sutherland, giudice risoluto e vagamente luciferino non ci sono piu dubbi sul valore assoluto della visione
giovedì, settembre 06, 2007
Sicko
Licenza di matrimonio
Il bacio che aspettavo
mercoledì, settembre 05, 2007
Marie Antoinette
martedì, settembre 04, 2007
Paradiso + Inferno
martedì, agosto 28, 2007
Disturbia
La scelta di riproporre il modello hitckochiano aggiornandolo ai gusti del pubblico che affolla le sale cinematografiche appare a conti fatti l'ennesimo escamotage di un industria che rincorrendo a tutti i costi le mode del momento non riesce piu' ad incidere all'interno del suo prodotto, generando scatole vuote giustificate solamente dall'eventuale risultato al botteghino; cosi' Disturbia aggiorna solamente in superficie l'abusata fonte riducendo il vojerismo a semmplice spot pubblicitario ed i canoni del genere a meccanismi ripetitivi e completamente depauperati della componente catartica.
Interamente sulle spalle dell'attore del momento che riproduce in maniera convenzionale l'adolescente precocemente bruciato dalla vita, il film non ci fa mancare inquadrature ad effetto e colpi di scena a gogo ma lo fa con un cinismo che finisce per raggelare qualsiasi spinta emotiva e contraddicendo le premesse del titolo produce effetti a dir poco rilassanti. Quando poi per suscitare i fantasmi di una sessualita' repressa viene usato un clone di Paris hilton il piu e' fatto con buona pace si fa per dire...del malcapitato spettatore.
venerdì, agosto 24, 2007
Hotel cinque stelle
domenica, agosto 19, 2007
Transformers
Jimmy Hollywood
Perche' te lo dice mamma
Fast Food Nation
E al di la della nobile tematica e di qualche scena che non lascia indifferenti (quella finale sembra uscita dal pasto nudo burroghsiano)il film rimane impastato nel suo intento pamplhettistico non riuscendo mai a trasformarsi in opera cinematografica compiuta, lasciando ibrido il processo di trasposizione dalla pagina scritta alle immagini in movimento. Gli interventi delle star di turno (Willis, Hawke) appaiono piu che altro un sostegno all'operazione e mai si amalgano con una storia che non riesce mai ad appassionare.
Le seduttrici
Qui al ritardo estetico si somma anche quello industriale nel tentativo di sfruttare la popolarità della diva di turno qui nei panni della giovane preda alle prese con la maliarda ma al quanto sciupata Helen Hunt a cui non manca la classe per dare succoad un ruolo altrimenti insipido. Supportato da uno stuolo di caratteristi da leccarsi i baffi (tra questi la brava milena Vukotic) e sullo sfondo del solito acquarello italico il film ha almeno il pregio di non prendersi sul serio puntellando quà e là le singole scene con un divertito e riuscito anglossassone. La Johansson per inciso non incide e questo film conferma il trend negativo che ne accompagna la scelta dei copioni.
Incontri d'amore
martedì, maggio 29, 2007
cult
martedì, marzo 20, 2007
In memoria di me
lunedì, marzo 19, 2007
Diario di uno scandalo
La storia si ripete con diario di uno scandalo,ispirato ad una vicenda realmente accaduta e qui interpretato da due attrici brave ma a rischio di maniera per una recitazione con il pilota automatico, che procede senza sorprese verso una fine inevitabile quanto scontata. Ma il vero punto debole è costituito da una regia decorativa che cede il passo alle due regine senza preoccuparsi di organizzare un atmosfera che faccia sentire oltrè che vedere i dolori delle due donne. Ma il paradosso maggiore è quello di trattare una storia "diversa" in maniera assolutamente normale,con uno stile che guarda alla televisione più che allo schermo di una sala cinematografica.
martedì, febbraio 13, 2007
Blood Diamond - Diamanti di sangue
Vero come la finzione
sabato, febbraio 10, 2007
The Departed - Il bene e il male
nickoftime
Le luci della sera
nickoftime
venerdì, febbraio 09, 2007
Il vento che accarezza l'erba
nickoftime
giovedì, febbraio 08, 2007
I figli degli uomini
nickoftime
lunedì, febbraio 05, 2007
La ricerca della felicità
nickoftime