Source Code
di Duncan Jones
con Jake Gyllenhaal, Michelle Monaghan, Vera Farmiga
USA, 2011
genere, thriller
durata, 93
"Source Code" è un film da vedere perchè ha l'immediatezza dell'opera a basso costo e l'epos delle produzioni mainstream. All’inizio c’è una città ripresa dall’alto ed un treno che l’attraversa come il titolo di uno spot pubblicitario. In seguito c'è un tipo che deve sventare un attentato, c'è un programma che gli permette di vivere continuamente la stessa esperienza, c'è una donna di cui forse è innamorato; ci sono i buoni che sembrano cattivi e cattivi che lo sono per davvero, ci sono persone in uniforme ed uniformi di persone, il tutto condito con una metafisica della normalità che nelle mani del regista assume le forme di un campo di battaglia.
Riducendo lo spazio ad una serie di non luoghi (la stazione, il vagone di un treno, la cabina di un vettore, lo schermo di un computer, la mente dei protagonisti) e depotenziando l’action dagli strumenti della forza - pallottole, pistole e marchingegni tecnologici rimangono sempre ai margini - Jones utilizza la natura reversibile dello “strumento” cinematografico per inventare una variazioni di immagini olografiche che finiscono per diventare l’unico simulacro di una possibile verità. Coinvolgendo lo spettatore verso una duplice deception, la prima messa in atto per sventare l’attentato, la seconda per scoprire i piani dimensionali in cui la storia si sviluppa, il film umanizza gli aspetti tecnologici (montaggio e sonoro, ma anche la fotografia, pastosa come la malinconia del protagonista) facendone condizione indispensabile per l’espressione di uno stato emotivo, dei protagonisti così come dei comprimari, altrimenti sacrificato alle caratteristiche sincopatiche dell’intreccio.
Chiamato ad una conferma mai troppo facile, Jones realizza un opera seconda all’altezza della sua fama, riuscendo a rendere interessante anche un attore un po’ svagato come Jake Gyllenhaall, chiamato ad interpretare il disagio di un uomo che lotta per rimanere se stesso all’interno di un mondo che lo considera solamente in funzione della sua missione. Uno scenario disumano per un film che riesce comunque a ricordarci l’importanza della vita.
4 commenti:
promette bene..
perché jake gyllenhaal svagato? è un grandissimo! :)
..e mantiene pure...
Duncan Jones è la dimostrazione lampante che quando un regista è un Autore con la 'A' maiuscola lo rimane sempre e comunque, indipendentemente del budget a disposizione. Ho sempre giudicato i film in base alla loro qualità artistica e non in base ai soldi: è sciocco e spocchioso 'bollare' una pellicola come 'commerciale' in senso dispregiativo, come se fare un film ad alto budget sia di per sè sinonimo di scarsa qualità. Il caso di Jones è evidente: 'Moon' è un film concettuale e 'filosofico', già un piccolo cult. 'Source Code' è un film che si rivolge ad una platea più vasta e certamente molto più muscolare, ma la genialità è evidente in entrambi. Sono due ottimi film di estrazione opposta, ma ugualmente validissimi.
Un saluto, e complimenti per il blog. Proprio bello. Vi ho messo tra i miei 'preferiti... a presto!
Ciao Kelvin,
grazie per il tuo intervento e per le tue parole..venendo al film sono d'accordo con quello che dici..i soldi non c'entrano nulla con l'estetica, anzi sono un ulteriore banco di prova perchè il regista deve dimostrare di saperli usare e Jones in questo caso ci riesce benissimo..Source Code non è comunque del tutto estraneo a Moon..e tutti e due sono molto belli..
un saluto
nickoftime
ps.ci vedremo anche sul tuo blog
Posta un commento