venerdì, luglio 14, 2017

GIOVANE E BELLA

Giovane e bella
di Francois Ozon
con Marine Vacth, Geraldine Pailhas, Frederic Pierrot
Francia, 2013
genere, drammatico
durata, 94'


La fortuna aiuta gli audaci. Deciso ad affrontare una trama pruriginosa ed a rischio di fraintendimento Francoise Ozon si ritrova aiutato nel lancio della sua pellicola dalle cronache italiane che raccontano casi analoghi a quello della protagonista di "Giovane e bella", una ragazza minorenne che di prostituisce senza averne la necessità. Un tema quello dell prostituzione giovanile che il cinema francese aveva già affrontato attraverso il  piglio sociologico di un film come Elle", uscito nelle nostre sale con scarso successo nonostante la presenza della diva Binoche. In questo caso invece l'occasione dello scandalo e' fornito dai turbamenti della giovane e bella Isabelle  in conflitto con i genitori ed insoddisfatta dei propri coetanei dopo una prima volta consumata in una splendida cornice balneare. Iniziati per caso Isabelle inizia ad apprezzare i brividi  e la novita' di quegli incontri,  a cui la ragazza si dedicata con insospettabile  piacere. Una ronda che diventerebbe autentica professione se la morte di un cliente non mettesse in moto le indagini della polizia e la conseguente scoperta dei genitori dell'attività della figlia.




Dopo "Nella casa" Ozon ritorna al tema dell'adolescenza considerato attraverso le attrattive del corpo femminile, ma questa volta la paura ed il desiderio connesso  con le pratiche  di Isabelle sono inserite in un contesto poco credibile a causa della scarsa verosimiglianza con cui il regista disegna le dinamiche innestate dal comportamento di Isabelle all' interno della famiglia. In questo modo lo scandalo provocato dalla scoperta del misfatto viene reso in una maniera che sembra contraddire le parole dei genitori, apparentemente scioccati dalla notizia ma nel contempo pronti a metabolizzare la faccenda  in men che non si dica con l'aiuto di una sceneggiatura oltremodo  frettolosa. Ed anche il personaggio di Isabelle, nell'interpretazione fredda e distaccata di Marine Vacth contribuisce a non sciogliere i dubbi sui reali motivi che la spingono a trasgredire,  celati da una presunta confusione esistenziale. Invece di lavorare sull'introspezione e sul background del personaggio Ozon preferisce far sfilare la sua eroina (fotomodella prima che attrice) espandendo oltremisura le scene di raccordo, e dando vita a sequenze didascaliche, come quella che risolve il confronto tra Isabelle ed i suoi coetanei con una passarella  in solitaria  che vorrebbe  evidenziare la diversità della ragazza e la sua eccezionalità all'interno di quel contesto, oppure enfatizzando una salita di scale per segnalare  la rinascita del personaggio, assurta a nuove consapevolezze dopo un periodo di grande incertezza che coincide (finalmente) con il fidanzamento tra Isabelle ed un suo compagno di scuola. Se il  personaggio della ragazza arricchisce una galleria di caratteri al di sopra del bene e del male "Giovane e bella" si colloca invece tra i film meno riusciti di una cinematografia ancora una volta all'insegna della discontinuità.

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