martedì, luglio 18, 2017

OKJA

Okja
di Bong Joon-ho
con Ahn Seo-hyun, Tilda Swinton, Paul Dano
USA, 2017 
genere, avventura
durata: 121’ 


“Okja” racconta la storia di una profonda amicizia tra un animale creato in laboratorio da una spregiudicata multinazionale e una giovane ragazza di nome Mija. Lei e il nonno, dieci anni fa, vennero selezionati per allevare alcuni supermaiali modificati geneticamente, in attesa che i tempi per poterli vendere sul mercato fossero maturi. Oggi, la fame nel mondo e le scarse risorse alimentari rendono attuabile il commercio di questa carne. Okja è grande come un ippopotamo e viene scelto dalla Mirando Corporation come migliore tra tutti i suoi simili. Ne vogliono fare la star di un reality, in una campagna di marketing per preparare il volgo ad accettare questo tipo di cibo OGM. Ma non hanno fatto i conti sulla forza del legame tra la piccola protagonista e l’introverso animale. Questa storia potrebbe sembrare, a prima vista, una favola di quelle agrodolci di Hayao Miyazaki, sia per l’ambientazione che per il tipo di racconto fumettistico, naif ed intrinsecamente asiatico. Non è così, affatto. La rivoluzione di questo film vive su più piani di lettura. Potrebbe essere una favoletta per ragazzi ma è anche la possibilità di raccontare sottovoce una critica al mondo delle multinazionali, al mondo degli animalisti e anche al mondo dei carnivori. La Mirando Corporation, con in testa il suo spietato CEO portato sulla scena da una sempre sublime Tilda Swindon, piega stati nazionali e può disporre a suo piacimento di forze speciali e uomini della polizia. Gli attivisti dell’Animal Liberation Front hanno il cuore grande ma non sembrano proprio dei geni, mentre le scene del mattatoio fanno riflettere. Non serve andare troppo in là con la fantasia per capire come il mangiare carne sia moralmente sbagliato, come l’allevamento intensivo degli animali sia una crudeltà spesso superflua alla nostra esistenza. 


Questa pellicola è spietata anche nella sua critica alla società americana, così falsa e di facciata, così semplice e così ignorante, così in balia dei voleri delle corporations che possono decidere per lei e per i suoi gusti. Il film è girato con maestria, in un tripudio di colori e di scene avvincenti. Dietro la macchina da presa troviamo l’asso coreano Bong Joon-ho, già autore di un capolavoro di nicchia come Snowpiercer. In pochi visionari sarebbero stati a loro agio nel portare in scena una storia del genere. Gli attori bravi sono molti, dalla già citata Tilda Swinton a un Jake Gyllenhaal alle prese con un personaggio diverso dal solito, al Giancarlo Esposito di “Breaking Bad” finalmente sul grande schermo. Tutti riescono a dare il massimo, rimanendo però nell’ombra. I personaggi sono quasi tutti di contorno, le loro sotto-trame rimangono in secondo piano rispetto alla grande avventura principale. Un ottimo film che apre le frontiere di una produzione cinematografica innovativa.
Riccardo Supino

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