Smetto quando voglio
di Sidney Sibilia
con Edoardo Leo, Valerio Solarino
Italia, 2014
genere, commedia
durata, 100'
Nel panorama del cinema italiano l’argomento crisi, si sa, non è cosa facile da portare sullo schermo con onestà e soprattutto confezionando un buon prodotto (vedi il caso Zalone). In buona parte invece ci riesce Sidney Sibilia, che affrontando il tema critico della situazione disastrosa dei laureati e ricercatori nostrani, ne trae una commedia godibilissima.
Con una regia che propone trovate interessanti e una fotografia che va ad edulcorare il tutto, si mettono insieme vari elementi vincenti tenuti insieme da una sceneggiatura ben congegnata e a tratti brillante. Tra benzinai che litigano in latino, antropologi che fingono di non essere laureati e chimici lavapiatti, il film propone il tema di geni che si improvvisano criminali per disperazione. Iniziano a produrre una nuova droga e a lanciarla nel mercato (dedica spassionata alla celebre serie Breaking Bad) creando un circolo criminale che richiamo quello di Ocean’s Eleven. Bravo il regista a sfruttare l’iconografia di attori lanciati nell’immaginario del pubblico italiano (Neri Marcorè che interpreta il cattivo “er Murena” è da non perdere).
Insomma ultimamente il cinema della penisola sta dando prova continua di non essere morto per nulla, e se del cinema per così dire serio abbiamo già molti esempi, su tutti l’acclamato Sorrentino, con questa pellicola la commedia (all’) italiana prende nuova vita, attingendo dal mercato internazionale ma anche dalla più sana tradizione della penisola. Anche se il film presenta inevitabilmente dei difetti, la dose di sane risate e di riflessione sulla situazione attuale è perfettamente bilanciata. Una bella boccata d’aria nell’epoca dei panettoni e dei comici di Zelig allo sbaraglio.
di Antonio Romagnoli
di Sidney Sibilia
con Edoardo Leo, Valerio Solarino
Italia, 2014
genere, commedia
durata, 100'
Nel panorama del cinema italiano l’argomento crisi, si sa, non è cosa facile da portare sullo schermo con onestà e soprattutto confezionando un buon prodotto (vedi il caso Zalone). In buona parte invece ci riesce Sidney Sibilia, che affrontando il tema critico della situazione disastrosa dei laureati e ricercatori nostrani, ne trae una commedia godibilissima.
Con una regia che propone trovate interessanti e una fotografia che va ad edulcorare il tutto, si mettono insieme vari elementi vincenti tenuti insieme da una sceneggiatura ben congegnata e a tratti brillante. Tra benzinai che litigano in latino, antropologi che fingono di non essere laureati e chimici lavapiatti, il film propone il tema di geni che si improvvisano criminali per disperazione. Iniziano a produrre una nuova droga e a lanciarla nel mercato (dedica spassionata alla celebre serie Breaking Bad) creando un circolo criminale che richiamo quello di Ocean’s Eleven. Bravo il regista a sfruttare l’iconografia di attori lanciati nell’immaginario del pubblico italiano (Neri Marcorè che interpreta il cattivo “er Murena” è da non perdere).
Insomma ultimamente il cinema della penisola sta dando prova continua di non essere morto per nulla, e se del cinema per così dire serio abbiamo già molti esempi, su tutti l’acclamato Sorrentino, con questa pellicola la commedia (all’) italiana prende nuova vita, attingendo dal mercato internazionale ma anche dalla più sana tradizione della penisola. Anche se il film presenta inevitabilmente dei difetti, la dose di sane risate e di riflessione sulla situazione attuale è perfettamente bilanciata. Una bella boccata d’aria nell’epoca dei panettoni e dei comici di Zelig allo sbaraglio.
di Antonio Romagnoli
1 commento:
Che il cinema italiano non fosse morto da queste parti l'abbiamo spesso ribadito. Mi fa piacere dunque registrare un altro centro dopo la sorpresa di Spaghetty Story.
nickoftime
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