di George Clooney
con Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, Bob Balaban
Usa, 2014
genere, drammatico, commedia
durata, 110'
Quando Hollywood va
in guerra fa sempre le cose in grande. La riscoperta del passato
bellico, soprattutto quando si tratta di tornare nella vecchia Europa ha
richiamato in epoche successive registi ed interpreti di massimo
carisma. Da John Wayne a Robert Mitchum, da Stanley Kubrick a Robert
Aldrich, ilpalmares è
ricco di volti e nomi indimenticabili. Una tradizione di cui
sicuramente George Clooney deve aver tenuto conto nel momento in cui ha
deciso di realizzare ” Monument Men”, quinto film di una fortunata
carriera, ispirato al libro di Robert Ersden che racconta la imprese
realmente accadute di un manipolo di soldati americani incaricati di
recuperare le opere d’arte depredate dai nazisti nel periodo
dell’occupazione. Metà soldati, metà esperti d’arte, i componenti del
plotone comandato da Frank Stokes (Clooney) si ritrovano da un giorno
all’altro catapultati in una realtà più grande di loro, ed in una guerra
che, dopo lo sbarco in Normandia, sta volgendo al termine. A guidarli
l’amore per l’arte, lo spirito di corpo, ed un senso del dovere che non
mancherà di presentargli il conto anche in termini di vite umane.
Partendo
dalla realtà George Clooney si avvicina al film con rispetto, ma
tenendo presente la prima regola della fabbrica dei sogni, ovvero quella
di realizzare un film pensato per il pubblico. Per riuscirci il regista
mette in piedi una rappresentazione dei fatti debitamente edulcorata
degli aspetti più cruenti , ed inserisce ad arte una miscela di registri
che dal drammatico alla commedia esplorano la guerra con una
rappresentazione riconoscibile e mai problematica. In questo modo
“Monuments Men” riesce a mettere insieme con disinvolta naturalezza
episodi divertenti, come quello di un imboscata nemica respinta con una
fumata di sigaretta (ci riferiamo all’episodio che vede coinvolti i
personaggi interpretati da Bill Murray e Bob Balaban sorpresi dal
nemico) ad altri che riportano in mente le conseguenze della Shoah, presente quando tra le opere d’arte di un caveu segreto i nostri ritrovano i denti (d’oro) strappati ai deportatati prima della partenza per i campi di sterminio.
Proponendo un cast stellare che nei termini di una prerogativa quasi tutta al maschile ( con la sola eccezione di Cate Blanchett che in questo caso prende il posto di Julia Roberts) e nella coolness comunque ricercata, ricorda non poco la formula già adottata da Steven Soderbergh in “Ocean's Eleven”, “Monument Men” soffre di una scrittura un po’ troppo meccanica nell’organizzare per ogni personaggio il rispettivo momento di gloria. La trama infatti immaginando i nostri eroi insieme ma divisi dalle rispettive missioni, si consegna ad una narrazione frammentaria ed episodica. A risentirne e’ la drammaturgia di una storia che non diventa mai realmente coinvolgente, nonostante l’impegno degli attori, tra cui, oltre a Matt Damon ed Jean Dujardin, segnaliamo appunto Bill Murray, etereo e stralunato quanto basta per rimanere nella memoria dello spettatore.
(pubblicato su dreamingcinema.it)
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