In nomine Satan
di Emanuel Cerman
con Stefano Calvagna, Federico Palmieri, Tiziano Mariani
Italia, 2012
genere, thriller, horror
durata, 96'
(pubblicata su dreamingcinema.it)
di Emanuel Cerman
con Stefano Calvagna, Federico Palmieri, Tiziano Mariani
Italia, 2012
genere, thriller, horror
durata, 96'
Fenomeno
sommerso di cui si conoscono solo i numeri (600 mila adepti per 80 mila
sette) il satanismo alla pari della Massoneria è un tipo di
associativismo che molti citano senza però riuscire a collocare
all'interno di uno spazio coerente con il resto del paesaggio. Di
conseguenza la riproposizione del tema, peraltro aggangiato ad uno dei
fatti di cronaca più inquietanti della storia recente, e qui parliamo
dei delitti commessi dalle cosidette Bestie di Satana, gruppo di
assassini seriali legati al culto del diavolo, faceva di "In Nomine
Satan" un film di per sè interessante ancora prima di incominciarne la
visione. Alle aspettative connesse con la scelta del punto di vista
assunto dalla storia, si sommava la curiosità di valutare un operazione
di genere che il cinema italiano, fatto salve rare eccezioni (I Manetti
Bros) fatica a perseguire con la necessaria continuità.
La vicenda ci
porta immediatamente sul luogo del delitto, con la polizia che si
imbatte quasi per caso in uno dei componenti della banda, per poi
risalire, grazie soprattutto alle indagini di due volenterosi
inquirenti, all'origine di un'azione delittuosa copertà dall'omertà e
dalla paura delle persone che direttamente o meno ne sono rimaste
coinvolte. Non solo i componenti del sodalizio, condizionati da
fragilità personali, e manipolati da un cattivo maestro con la faccia
da angelo caduto, ma anche dei genitori delle vittime, costantemente
minacciate, e per questo timorose di uscire allo scoperto.
Emauele Cerman
aveva due opzioni. La prima era quella di realizzare un film inchiesta
in cui i fatti veniva considerati sotto un profilo sociale ed
antropologico; l'altra invece, più cinematografica, consisteva
nell'affidarsi ai codici del genere (thriller ma anche horror) per spingere l'accelleratore sul versante della suspence e
dell'intrattenimento. A conti fatti "In Nomine Satan" è invece un
ibrido che cerca di tenere conto di entrambi i fattori. Da una parte
affidandosi ad una rappresentazione che fa i nomi ed i cognomi delle
persone che realmente furono protagonisti degli avvenimenti, dall'altra
calvalcando la forma di un detective movie in cui la paura è
più evocata che mostrata. In questo senso la scelta di Cerman di non
cadere nelle scorciatoie di un voyerismo da grand guignol è
apprezzabile, come pure quella di rendere la dimensione dei protagonisti
con un immersione sensoriale mirata a far sentire psicologie e stati
d'animo, con riprese in soggettiva, fuori fuoco sistematici ed un
montaggio atemporale che rende bene il deragliamento emotivo dei singoli
personaggi. Non altrettanto efficace è l'apporto in fase di scrittura,
con la sceneggiatura che muove le sue pedine su uno sfondo astratto, e
privo di riferimenti che non vadano oltre lo sballo da vuoto
esistenziale, leggittimato dal mix di sesso droga e rock and
roll più volte richiamato dalle scene del film. Così come lascia a
desiderare la riflessione sull'origine del male, risolta da una scena
dal sapore Lynchiano, che però non riesce a risollevare le sorti di un
film volenteroso, a tratti anche angosciante, ma troppo in superficie
rispetto al soggetto che porta in scena.(pubblicata su dreamingcinema.it)
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