Nymphomaniac vol I
di Lars Von Trier
con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgard, Stacy Martin
Danimarca, Spagna, 2013
genere, drammatico
durata, 110'
Esiste un modo più giusto di altri per giudicare un'opera
di Lars Von Trier. Il dubbio già rilevato per altri autori si ripropone
all'ennesima potenza quando ci si trova di fronte ad lungometraggio del
regista danese, abituato a costruzioni metacinematografiche che non
riguardano solo lo schermo ma coinvolgono lo spettatore ancor prima
dell'entrare in sala. Nel caso di "Nymphomaniac Vol I" queste
caratteristiche risultano evidenti nella scelta dell'argomento, e poi
nella gestione del marketing relativo alla promozione dell'opera.
Della
sessualità Von Trier ha fatto quasi un marchio di fabbrica, proponendola
come amplificatore di un empatia sofferta e
nevrotica, quasi sempre votata all'autolesionismo. In questo senso la
storia di Joe non fa eccezione, sia in termini di approccio, con il
corpo
femminile annichilito da una pratica che non è mai esaltazione di
erotismo e sensualità ma terminale di ogni tipo di insoddisfazione, sia
per quanto riguarda la gestione del desiderio, prima stimolato dal
preludio di una nudità esposta senza alcuna remora, e poi negato da un
contesto che tende a raffreddare qualsiasi tipo di passionalità.
Diversamente la gestione del film come "prodotto", con l'escamotage generalmente
usato dalle major hollywoodiane di presentare il film diviso in due
sezioni,
rappresenta un balzo in avanti nella concezione stessa dell'opera, non
più monade indivisibile ma parte di un tutto che puo essere
manipolato dal miglior offerente. Come attesta lo stesso Von Trier
affermando che la versione edulcorata arrivata in Italia risponde a
criteri di valutazione autorizzati ma esteticamente estranei
al suo punto di vista. A questo punto la prima domanda è: stiamo
davvero valutando un film di Lars Von Trier? e poi: quale è il senso di
un giudizio espresso su un lungometraggio incompleto?. Interrogativi che
forse sono più importanti dell'oggetto che li genera, perchè aprono le
porte ad una riflessione sui modi del fruire che in "Nymphomaniac" si
avvicinano a quelli giù in uso in altre
piattaforme, dove la visione filmica è sottoposta ad influenze e
frazionamenti di ogni tipo.
In questo senso "Nymphomaniac Vol I" è un
film più importante dei suoi contenuti che si mantengono per il momento
lontano dallo scandalo e ragionano sui massimi sistemi, associando la
libido
della protagonista ad altre manifestazioni della natura umana ed
animale. Entrano così in gioco la pesca presa ad esempio per dimostrare
l'analogia tra gli stratagemmi messi a punto dal pescatore e quelli
utilizzati da Joe per soddisfare i propri appetiti sessuali. Nello
Zibaldone del regista danese entra un po di tutto: dall matematica alla
musica, dal melodrama alla sessuologia, messa in campo con una
dissertazione sulla forma e le dimensioni del pene maschile. Sviluppato
come una lunga seduta psicanalitica, riprodotta nella postura di Joe
(Charlotte Gainsbourg) distesa sul letto, e di quella di Seligman
(Stellan Skarsgard), seduto su una sedia collocata a poca distanza da
lei, "Nymphomaniac" si concede all'imprevisto quando concentrandosi sul
racconto dei "fatti" evita di esporsi sulla qualità del rapporto tra
medico e paziente. Un' omissione tanto più evidente in un film che tutto spiega e molto dice.
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