martedì, aprile 08, 2014

PICCOLA PATRIA

Piccola Patria
di Alessandro Rossetto
con Maria Roverar, Roberta De Soller
Italia 2014
genere, drammatico
durata, 11



Sesso, soldi, sognare di andare lontano; sembrerebbe un film sull’american dream, invece è  tutto ambientato nel nord-est italiano. Lucia e Renata sono le protagoniste attorno alle quali ruota tutta la giostra.

Il film, di fatto, si apre su un piano sequenza eseguito dall’elicottero, con la camera quasi perpendicolare al suolo di luoghi alla soglia del degrado, metafora di una storia che poteva consumarsi ovunque. Lo stile documentaristico (il regista proviene da quel mondo) è assolutamente efficace, andando a rafforzare una moda (che ben venga) tutta italiana che sembra dilagare dopo Venezia 2013, moda che su queste pagine avevamo già sottolineato in varie occasioni.  Pecca evidente è che in occasioni isolate le inquadrature richiamano ad uno stile da fiction  anche se, escludendo queste occasioni, la pellicola è esteticamente molto curata. Interessante notare anche un certo parallelismo con l’ultimo Virzì, che pure aveva recentemente portato sugli schermi esseri umani disastrati nel nord Italia, forse con minor efficacia. In tutto questo contesto, di per sé già abbastanza articolato, Rossetto non rinuncia a tirar fuori i problemi (che nemmeno sfuggono alla realtà dei fatti) di integrazione, o sarebbe meglio dire di razzismo,  tra gli immigrati e gli abitanti locali.


Traendo dunque conclusione alcuna, ma mostrando come solo il mezzo cinematografico può fare, la chiusura che richiama l’apertura iniziale va ancor di più ad ornare un’altra piccola perla che si aggiunge al ri-rinascimento del cinema italiano degli ultimi anni.

Antonio Romagnoli
(pubblicato su dreamingcinema.it)

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