1981 - Indagine a New York
di JC Chandor
con Oscar Isaac, Jessica Chastain
Usa, 2015
genere, noir, drammatico
durata, 125'
Con soli tre film all'attivo JC Chandor ha saputo costruirsi
una riconoscibilità che nel giro di pochi anni e a cominciare dalla versione
esistenziale e intimista della crisi finanziaria americana raccontata in
“Margin Call”,, gli ha permesso di scalare posizioni nella lista degli autori
da tenere d’occhio per il prossimo futuro. Nella fattispecie l'eccezionalità a
cui si fa riferimento non dipende dal soggetto delle storie prescelte e neppure dalla tipologia dei temi
trattati che, nel caso del
rapporto tra uomo e natura proposto in “All is Lost”, sono addirittura
paradigmatici – e Revenant lo
testimonia - per una fetta
consistente della cinematografia statunitense. A fare la differenza nel caso di
Chandor è qualcosa che investe sia i contenuti che la messinscena, e che
riguarda la coerenza di un rigore che in parte spiega senza giustificarle le
titubanze degli esercenti nei confronti di questo “1981 Indagine a New York”,
il suo ultimo lavoro arrivato in Italia con due anni di ritardo rispetto
all’uscita nelle sale americane e da oggi visibile anche in Italia grazie alla
lungimiranza della neonata Movie
Inspired.
Chandor infatti, nel raccontare le vicissitudini di un ex immigrato - Abel Morales interpretato dall'Oscar
Isaac di Star Wars - che rischia
di perdere le sue fortune economiche in ragione di un misterioso complotto,
evita ogni semplificazione, adottando un registro narrativo che solo in parte è
la rappresentazione di un conflitto di opposte individualità. Questo perché,
collegando gli eventi del film e in particolare la gratuità degli episodi
delittuosi che coinvolgono Abel e i propri dipendenti alla spirale di violenza
verificatasi negli Stati Uniti nel periodo, il 1981, menzionato nel titolo,
“1981 : Indagine a New York” trascende le vite dei personaggi inserendole in un
contesto che, nella sostanziale ambiguità del reale, dominato da figure
sfuggenti come quella della moglie di Abel - impersonata da una Jessica
Chastain in versione dark lady -
e nella mancata personificazione del male, sottratto all'iconografia che ci
aspetteremmo da una crime story
come quella realizzata da Chandor -
si apre a significati più profondi, che ragionano sui limiti del sogno
americano e sui compromessi etici e morali necessari a raggiungerlo.
In virtù
di questo anche Abel, come già succedeva al Sam Roger di “Margin Call” diventa
il mezzo utilizzato dal regista per scrutare nelle pieghe di un sistema
dominato da leggi oscure e contraddittorie alle quali è necessario
adeguarsi per scongiurare la morte
sociale e pure fisica spettante ai trasgressori. Una versione dei fatti e della
Storia che Chandor mette in scena senza esaltare la tragicità dell’assunto, e
per questo lasciando fuori campo gli aspetti più violenti e sanguinosi della
vicenda, visibili più che altro nelle espressioni dei volti e nella contrazione
dei gesti, e ancora evitando di
interiorizzare le motivazioni dei protagonisti, raccontate dal regista
attraverso il modus operandi
delle parti in causa. Senza peccare di lesa maestà e con i dovuti distinguo “1981:Indagine a New York” ci ricorda l’ultimo
cinema di Sidney Lumet a cui almeno nell'etica dello sguardo il film di Chandor si avvicina.
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