Anomalisa,
di Charlie Kaufman e Duke Johnson
con David
Thewlis, Jennifer Jason Leigh, Tom Noonan
Usa, 2015
genere, animazione
durata, 90’
Analizzare un sentimento complesso come l’amore è uno dei
momenti più delicati nella stesura di una sceneggiatura, spesso preda di cliché
e banalità che ne annullano ogni effetto emotivo, scadente non di rado nel più
becero romanticismo fine a se stesso. Toppare su un elemento di tale portata
determina la repentina destrutturazione dell’intera verosimiglianza del
racconto e provoca un effetto domino tale da sortire l’effetto inverso alla
volontà iniziale degli autori. Kaufman è uno di quei pochi, raffinati
interpreti di un certo modo di scrivere cinema che, in punta di penna, tenta di riscrivere la storia di questo sentimento nella rappresentazione
cinematografica contemporanea, rifuggendo svolgimenti melensi e ovvi, preferendovi
una narrazione ricca di spunti e mai autoconclusiva, che permetta allo
spettatore di mantenere il cervello attivo nella visione, lasciandogli la
facoltà di ricostruire o meno gli eventi rappresentati. Sin dall’apprezzatissimo
Eternal sunshine of the spotless mind,
Kaufman ha dimostrato di avere la rara abilità di poter affrontare, senza peli
sulla lingua ed allo stesso tempo con una dolcezza senza pari, il valzer del
corteggiamento, dell’innamoramento e le successive fasi di questo
benessere/malessere in maniera non trita, alterando il normale flusso narrativo
in una continua lotta emotiva interna sia ai protagonisti che allo spettatore.
Chiunque
abbia vissuto una storia d’amore intensa, giunta ormai al suo culmine, potrà
immedesimarsi nelle vicissitudini che accadranno a Michael. Ogni relazione
giunge al suo apice per poi stabilizzarsi su livelli di normalità quasi
annichilente, opprimente per molti che spesso, nel viverla in queste condizioni, avvertono il bisogno di dare una sterzata alle stesse. Giustamente o errando
non ci è dato saperlo, perché lo sguardo di Kaufman non è moraleggiante; il
regista-autore lascia fluire gli eventi non intervenendo in alcuna maniera su
di essi, non mostrando il proprio punto di vista, pur evincibile dall’atmosfera
cupa ed ossessiva con la quale confeziona tale opera. La storia si apre
programmaticamente con il movimento di macchina che sarà la cifra stilistica
dell’intero film, quel piano sequenza in cui la camera carrella dall’esterno
all’interno del velivolo in cui viaggia il protagonista. Michael continua il
suo viaggio verso il cambiamento in taxi, lasciando riecheggiare nello sfondo
eventi collaterali Manniani e corse
notturne di stregonesca memoria così care all’horror nostrano, per poi
approdare nell’albergo in cui gli occhi dell’uomo torneranno nuovamente a
brillare. Il corridoio da attraversare per giungere all’agognato, soave e
melodioso suono che sembra così diverso dalle voci udite in precedenza, è
talmente lungo da sembrare infinito; illuminato fotograficamente in modo
ineccepibile è un preambolo alla scoperta della possibilità di poter tornare ad
amare. Kaufman amalgama le voci di tutti i personaggi incontrati dal
protagonista e le fa doppiare ad un unico attore (indistintamente per caratteri
maschili e femminili), permettendo alle corde vocali di Lisa di vibrare e
produrre una melodia, piuttosto che un discorso, lasciando scivolare alle
spalle di Michael il torpore emotivo in cui stava vivendo e dandogli una scossa
violenta, inaspettata, ormai inattesa.
Lisa è l’emozione che mancava da tempo,
il brivido assente dalla sua pelle, il battito di un cuore ormai assopito, il
collante che gli permetterà di tenere uniti i cocci di una intera esistenza
(ben rappresentata dalle crepe che si affastellano sul volto dell’uomo che, in
uno dei momenti più riusciti, sembra sul punto di prorompere in una pioggia di
emozioni). Anomalisa è in grado di
toccare corde dell’animo umano che altri film con attori in carne ed ossa e,
potenzialmente più espressivi di modellini per stop-motion, non sono in grado
di smuovere. L’insicurezza di Lisa e la sua titubanza iniziale vengono meno
nella scena di sesso più dolce e delicata che si possa ricordare, dove la
camera si allontana dal letto quasi con pudore, lasciando l’intimità ai due
amanti. Anomalisa è un anomalia esso
stesso, un particolarissimo gioiellino che si avvicina al capolavoro, senza mai
volerlo rivendicare platealmente, ma culminante in un finale di rara cupezza ed
ansietà.
Alessandro Sisti
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