venerdì, febbraio 12, 2016

ZOOLANDER 2

Zoolander 2
di Ben Stiller
Con Ben Stiller, Owen Wilson, Will Ferrell, Penelope Cruz
USA, 2016
genere: commedia
durata: 102'


Il Centro Derek Zoolander è collassato su se stesso a due giorni dall'inaugurazione. Il suo fondatore ha perso la moglie e i servizi sociali gli hanno tolto anche il figlio. Hansel ha riportato un graffio. Entrambi si sono ritirati agli estremi del pianeta. Anni dopo, il destino li riporta insieme nella città eterna per un grande evento che potrebbe rilanciare finalmente la loro carriera e permettere a Derek di riavere il figlio. Egli stesso, però, purtroppo, commette un grave errore: involontariamente libera dal carcere Mogutu, sempre più travestito e sempre più folle.
Essendo il genere demenziale tipicamente abitato da personaggi sopra le righe, eccessivi e a loro modo sempre iconoclasti, l'incontro con il mondo della moda, che mostra per natura le stesse caratteristiche, non poteva che dar luogo ad un match perfetto, e Zoolander ne è stata la prova. Il secondo capitolo potrebbe non far altro che ripetere il concetto, ma interpreta il compito in maniera ansiosa e bulimica. Da un lato, infatti, s'intrattiene senza verve sui cambiamente occorsi nell'ambiente dal 2001 ad oggi, dall'altro si butta a capofitto nella crime story, riempiendo l'ordigno cinematografico di polvere esplosiva ma apparendo poco attrezzato per reggere l'impatto della deflagrazione al momento decisivo.


L'ambientazione nella Roma riportata allo splendore dei massimi complotti da Dan Brown, offre l'occasione a Ben Stiller di inventare un segreto biblico, basato su un gioco di parole, che da solo dovrebbe tenere insieme un'avventura che parla di popstar assassinate, di un eletto sovrappeso e di un cenacolo massonico che conta tra i suoi adepti Valentino, Anna Wintour, Vera Wang, Mark Jacobs e Tommy Hilfiger.
Naturalmente, sconclusionato può essere sinonimo di divertente, ma qui è eccessivo: si ride meno rispetto al film inaugurale e pare di essere capitati dentro un'infilata di parodie, da Balle Spaziali a Johnny English, compressa dentro ritmi troppo sostenuti per il nostro eroe. Penelope Cruz, nei panni di un ex modella di costumi da bagno riciclatasi come poliziotta hot, procede controcorrente, rallentando il ritmo del film ad ogni apparizione.
Il sequel non trova una propria dimensione e, verso la fine, replica senza remore le gag dell'originale.
Riccardo Supino

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