Remember
di Atom Egoyan
con Christopher Plummer, Martin Landau, Bruno Ganz, Jürgen Prochnow
Canada, Germania, 2015
genere, thriller
durata: 95'
Un tempo, il cinema di Atom Egoyan era di resistenza e devianza contro i dettami della società nord-americana e contro quelli dell'industria cinematografica hollywoodiana. Negli ultimi anni, invece, l'autore canadese ha faticato a trovare il suo posto. Tuttavia in "Remember" riemerge la sua identità e le sue ambizioni artistiche, infilando, dopo quello di Felicia, un altro viaggio straordinario. Quello di un sopravvissuto alla Shoah che soffre di demenza senile, che vorrebbe vendicare il suo passato, che incomincia un percorso, per poi dimenticarsene il motivo.
Zev Guttman, ebreo affetto da demenza senile, è ricoverato in una clinica privata con Max, con cui ha condiviso un passato tragico e l'orrore di Auschwitz. Max, costretto sulla sedia a rotelle, chiede a Zev di vendicarli e di vendicare le rispettive famiglie cercando il loro aguzzino, arrivato settant'anni prima in America e riparato sotto falso nome. Confuso dalla senilità ma determinato dal dolore, Zev riemerge dallo smarrimento leggendo la lettera di Max, che pianifica il suo viaggio illustrandone i passaggi. Quattro le identità da verificare, uno il colpo in canna per chiudere una volta per tutte col passato. Tra America e Canada, Zev troverà il suo 'nazista' e con lui una sconvolgente epifania.
"Remember" sconfessa la propria edificazione narrativa con un arresto secco, un passaggio di segno brutale che introduce un nuovo ordine e configura una nuova inquietante emergenza.
L'indagine estenuante e l'impossibilità di Zev di concedere il proprio perdono al giovane SS si rovescia improvvisamente e con un colpo di pistola in un movimento che colpisce duro personaggio e spettatore, precipitando il film in un territorio instabile su cui non è davvero più possibile ricostruire, neppure dolorosamente. In questo scarto ritroviamo la poetica di Egoyan, il suo cinema incentrato quasi sempre su una catastrofe assente, di cui ripercorriamo i brani e di cui conosciamo soltanto lo choc di ritorno. Il trauma su cui i suoi personaggi cercano di riprendere il controllo attraverso una ricerca improntata frequentemente sulle foto o sui video.
"Remember" ribadisce gli elementi tipici del cinema di Egoyan, a partire dalla sua attenzione per la struttura a puzzle o a labirinto: mette in atto un'abile premessa smentita dall'epilogo, lasciando lo spettatore solo col suo desiderio di coerenza. Perché una parola e un'immagine interrompono improvvisamente il processo di costruzione di senso, invalidando il lavoro compiuto e innescando un movimento di rivalutazione della vicenda che annuncia qualcosa fino a quel momento impensabile.
"Remember", thriller sulla mostruosità banale del totalitarismo, che ha privato l'uomo della percezione di sé e di tutte le categorie intellettive soggettive, quelle che permettono di discernere e di scegliere con coscienza tra il bene e il male, ritrova l'autore e la strategia del suo cinema.
Riccardo Supino
di Atom Egoyan
con Christopher Plummer, Martin Landau, Bruno Ganz, Jürgen Prochnow
Canada, Germania, 2015
genere, thriller
durata: 95'
Un tempo, il cinema di Atom Egoyan era di resistenza e devianza contro i dettami della società nord-americana e contro quelli dell'industria cinematografica hollywoodiana. Negli ultimi anni, invece, l'autore canadese ha faticato a trovare il suo posto. Tuttavia in "Remember" riemerge la sua identità e le sue ambizioni artistiche, infilando, dopo quello di Felicia, un altro viaggio straordinario. Quello di un sopravvissuto alla Shoah che soffre di demenza senile, che vorrebbe vendicare il suo passato, che incomincia un percorso, per poi dimenticarsene il motivo.
Zev Guttman, ebreo affetto da demenza senile, è ricoverato in una clinica privata con Max, con cui ha condiviso un passato tragico e l'orrore di Auschwitz. Max, costretto sulla sedia a rotelle, chiede a Zev di vendicarli e di vendicare le rispettive famiglie cercando il loro aguzzino, arrivato settant'anni prima in America e riparato sotto falso nome. Confuso dalla senilità ma determinato dal dolore, Zev riemerge dallo smarrimento leggendo la lettera di Max, che pianifica il suo viaggio illustrandone i passaggi. Quattro le identità da verificare, uno il colpo in canna per chiudere una volta per tutte col passato. Tra America e Canada, Zev troverà il suo 'nazista' e con lui una sconvolgente epifania.
"Remember" sconfessa la propria edificazione narrativa con un arresto secco, un passaggio di segno brutale che introduce un nuovo ordine e configura una nuova inquietante emergenza.
L'indagine estenuante e l'impossibilità di Zev di concedere il proprio perdono al giovane SS si rovescia improvvisamente e con un colpo di pistola in un movimento che colpisce duro personaggio e spettatore, precipitando il film in un territorio instabile su cui non è davvero più possibile ricostruire, neppure dolorosamente. In questo scarto ritroviamo la poetica di Egoyan, il suo cinema incentrato quasi sempre su una catastrofe assente, di cui ripercorriamo i brani e di cui conosciamo soltanto lo choc di ritorno. Il trauma su cui i suoi personaggi cercano di riprendere il controllo attraverso una ricerca improntata frequentemente sulle foto o sui video.
"Remember" ribadisce gli elementi tipici del cinema di Egoyan, a partire dalla sua attenzione per la struttura a puzzle o a labirinto: mette in atto un'abile premessa smentita dall'epilogo, lasciando lo spettatore solo col suo desiderio di coerenza. Perché una parola e un'immagine interrompono improvvisamente il processo di costruzione di senso, invalidando il lavoro compiuto e innescando un movimento di rivalutazione della vicenda che annuncia qualcosa fino a quel momento impensabile.
"Remember", thriller sulla mostruosità banale del totalitarismo, che ha privato l'uomo della percezione di sé e di tutte le categorie intellettive soggettive, quelle che permettono di discernere e di scegliere con coscienza tra il bene e il male, ritrova l'autore e la strategia del suo cinema.
Riccardo Supino
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