Fräulein- una fiaba d'inverno
di Caterina Carone
con Christian De Sica, Lucia Mascino, Therese Hämer
Italia, 2016
genere, commedia
durata, 90'
Fräulein,
la signorina, è il soprannome che il paese ha affibbiato alla
quarantenne Regina, per sottolineare il suo status di "zitellona", anche
se non si sa se sia diventata così dura e mascolina da guadagnarsi il
nomignolo, qui usato in modo dispregiativo, o se si sia adattata ad uno
stereotipo che il paese le avrebbe assegnato comunque, con quella
compulsione ad etichettare tutti che hanno le piccole comunità. Fräulein
vive nel suo albergo dismesso con la sola compagna di una gallina
bianca, Marylin, l'ospite più manifestamente femminile del consesso, per
il resto disabitato. Conduce questa vita fino a quando non si presenta
alla porta uno sconosciuto che vuole a tutti i costi soggiornare
all'Hotel Regina: Walter arriva da lontano e sembra determinato a
vincere la riluttanza di Fräulein a intrattenere rapporti col resto del
genere umano, soprattutto con l'universo maschile.
Il
racconto comincia con "C'era una volta", classificando subito Fräulein
come una fiaba contemporanea, ambientata in Sud Tirolo, che sembra la
location classica per una favola tradizionale. Mascino e De Sica
tradiscono le aspettative generate dalla loro presenza scenica: l'esile
ed eterea Lucia si trasforma nella massiccia e pragmatica Regina,
abbassando il tono di voce e mettendosi al volante di un'Ape; Christian
De Sica, invece, abbandona il ruolo dello sbruffone arrogante per
diventare un uomo fragile e spaesato. E proprio il suo personaggio sarà
all'origine dello scongelamento progressivo di Regina, che avverrà
mentre i media annunciano l'arrivo di una tempesta solare che spinge le
persone ad assumere comportamenti imprevedibili.
Caterina
Carone debutta alla regia con questa commedia delicata, da lei stessa
scritta, che ha come punti di forza l'originalità dei personaggi e il
desiderio di raccontare la solitudine in modo inconsueto. L'impegno
profuso nell'affrontare temi delicati, però, ha fatto dimenticare alla
regista lo sviluppo della storia, che resta in bilico tra la commedia e i
toni sfumati del racconto fiabesco. C'è una cura evidente nella
composizione, nei dettagli e nella ricerca di un'estetica non scontata,
ma la trama è esile e la regia esitante. Sicuramente, in futuro la
Carone potrà dimostrare in modo più incisivo le sue innegabili doti.
Riccardo Supino
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