Se la classicità del Clooney attore è fuor di discussione per un telento così naturale da farci dimenticare che il cinema è innanzitutto finzione, così non accade per il suo alter ego registico che al terzo tentativo, forse il più difficile per le distanze antropologiche che ci separano da quegli indimenticabili prototipi, riesce a restituire la superficie sofisticata ed a tratti anche la spensieratezza della grande commedia americana, ma fallisce nel tentativo di penetrare i meccanismi che l’anno resa indimeticabile: i dialoghi fitti di umorismo ed intelligenza, la voglia di trasgredire con il sorriso sulle labbra ma soprattutto la capacità di trasformare un ensemble eterogeneo in un meccanismo ad orologeria lasciano il posto ad un film che è più attento al rispetto filologico ed alla mimesi delle sue componenti piuttosto che all’incarnazione di quegli stilemi. Ad aumentare i rimpianti ci si mette anche la scelta di un corrispettivo femmile che sembra più dettata da motivi di amicizia che artistici. In definitiva “In amore niente regole” si mantiene coerente con le scelte personali ed anticommerciali del suo autore, ma si prende una pausa dal rigore cinematografico che aveva caratterizzato le sue ultime apparizioni.
lunedì, agosto 11, 2008
In amore niente regole
Se la classicità del Clooney attore è fuor di discussione per un telento così naturale da farci dimenticare che il cinema è innanzitutto finzione, così non accade per il suo alter ego registico che al terzo tentativo, forse il più difficile per le distanze antropologiche che ci separano da quegli indimenticabili prototipi, riesce a restituire la superficie sofisticata ed a tratti anche la spensieratezza della grande commedia americana, ma fallisce nel tentativo di penetrare i meccanismi che l’anno resa indimeticabile: i dialoghi fitti di umorismo ed intelligenza, la voglia di trasgredire con il sorriso sulle labbra ma soprattutto la capacità di trasformare un ensemble eterogeneo in un meccanismo ad orologeria lasciano il posto ad un film che è più attento al rispetto filologico ed alla mimesi delle sue componenti piuttosto che all’incarnazione di quegli stilemi. Ad aumentare i rimpianti ci si mette anche la scelta di un corrispettivo femmile che sembra più dettata da motivi di amicizia che artistici. In definitiva “In amore niente regole” si mantiene coerente con le scelte personali ed anticommerciali del suo autore, ma si prende una pausa dal rigore cinematografico che aveva caratterizzato le sue ultime apparizioni.
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