TFF '14
"Pale moon"
di Daihachi Yoshida
Giappone 2014
durata, 126'
Impiegata
in banca, apprezzata dai colleghi e con un matrimonio iper-ordinario
alle spalle. Una vita che non lascerebbe mai intendere il complesso
ritratto psicologico che muove la protagonista all'interno della
vicenda.
Arzigogolandosi all'interno
di una messa in scena perfetta e di un'ottima sceneggiatura - che ha
l'unico difetto di protrarsi eccessivamente al momento dell'epilogo -,
"Pale Moon" diventa un thriller ottimamente congegnato che ha i suoi
reali punti di forza nei contenuti tanto quanto nell'intrattenimento.
"E'
tutto finito" è il mantra/epigrafe esistenziale di Rika, che si
abbandona serenamente alla visione del genere umano come inerme di
fronte ad un'eterna condanna. Com'è condanna la routine del posto fisso -
e Chinaski avrebbe qualcosa da dire in proposito -, è condanna il breve
momento di felicità procurato dalla passione carnale e dai soldi
rubati.
Il
denaro, il lavoro, l'amore, il matrimonio, la passione, la beneficenza:
tutto ciò che esiste è finzione. La libertà, che dell'esistenza è - o,
perlomeno, dovrebbe essere - la massima espressione, diventa la più
grande delle illusioni.
Antonio Romagnoli
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