di: R.Milani.
con: R.Bova, P.Cortellesi, L.Savino,
E.Fantastichini, C.Bocci, S.Rocca.
- ITA 2014 -
Commedia - 105 min
E' noto: la
Storia tende a ripetersi in un rapporto inversamente proporzionale alla
quantità d'insegnamenti che se ne trae. Sarà anche per questo, forse, che la
cosiddetta nuova commedia italiana stenta, in
generale, a rinnovarsi. In un limbo mediano, può ragionevolmente collocarsi, in ogni caso,
quest'opera di R.Milani, "Scusate se esisto !", ruotante attorno alla
figura di Serena/P.Cortellesi, talentoso architetto abruzzese che, dopo una
parentesi all'estero, incapace di sopire del tutto fin troppo note nostalgie
attinenti al famoso/famigerato carattere nazionale, torna in
Italia e, da prassi, viene quasi subito presa al cappio di lavori senza sbocco
e mal pagati. Le cose sembrano prendere una piega inaspettata allorché fa la
conoscenza di Francesco/R.Bova, atletico proprietario di ristorante che la
assume come cameriera e la incoraggia a non demordere. L'occasione per
imprimere l'accelerazione definitiva agli eventi, si materializza sotto forma,
da un lato, della rivelazione della felice omosessualità di Francesco e,
dall'altro, dall'imporsi di un progetto di Serena inerente addirittura la
parziale riqualificazione di uno dei tanti monumenti all'idiozia umana, nel
caso l'agglomerato edilizio di Corviale, nel quadrante
sud-occidentale di Roma. La combinazione tutt'altro che pacifica, seppur spesso
comica, di questi due elementi, condurrà la vicenda a continui scambi di ruoli,
a equivoci, fino alla ricomposizione, intesa come punto di equilibrio tra
volontà ed esigenze diverse.
La
commedia, scritta ad otto mani (quelle di Milani e Cortellesi incluse,
quest'ultime, tra l'altro, unite anche fuori dal set), se può contare su un
Bova che sa giocarsela con una qual leggerezza e distacco nei panni del bello
e impossibile gay, simpatico e premuroso, e sulla stessa Cortellesi
quando riesce a rendere interessante il personaggio di Serena spogliandolo di
pose e moine care ai suoi trascorsi televisivi, altresì perde mordente nel
ricorso assiduo al tritume di cliché cristallizzati entro la
camicia di forza di macchiette con tutta evidenza inossidabili: i parenti
provinciali folkloristicamente invadenti; il dialetto inscatolato in ovvi nonsense;
il Capo cialtrone e, di fondo, ottuso, a cui i sottoposti riservano tutto l'ossequio
che gli rifiuteranno al momento di risorgere in una collettiva
presa di coscienza; i comprimari omosessuali sensibili e/o pittoreschi; i
contrasti che si appianano e le prospettive che si ridisegnano di preferenza
intorno alla grande-tavola-imbandita-italiana, et. Se, quindi, non si può non
notare un certo garbo nel tono d'insieme (ridotto uso del turpiloquio; i
caratteri, anche quelli secondari, tratteggiati in modo elementare ma con
affetto sincero), permane comunque la sensazione dell'ennesima scommessa
giocata sulla difensiva, più attenta cioè al margine minimo-ma-sicuro che a
combinazioni magari insidiose ma più redditizie.
Piccole
parti per E.Fantastichini, S.Rocca e C.Bocci.
(Nota: come da titoli di coda, il progetto di recupero per Corviale esiste
sul serio. I lavori dovrebbero iniziare nel 2015. Incrociamo le dita).
TFK
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