The Water Diviner
di Russell Crowe
con Russell Crowe
Australia, Turchia, Usa, 2014
genere, drammatico
durata, 111'
1919, Turchia. La prima guerra mondiale è finita ma, ovviamente, le atrocità e le contraddizioni nate con essa si protraggono numerose e più che mai atroci. Quindi il dolore dei due genitori australiani, che hanno perso i loro tre figli durante il conflitto, difficilmente può essere attenuato.
Sceltosi un argomento assai spinoso per il proprio esordio alla regia, Russel Crowe ha un compito assai difficile da elaborare col giusto manierismo. Consapevole di ciò, l’attore/regista mette al suo fianco un direttore della fotografia come Andrew Lesnie - “Il signore degli anelli”; “Lo hobbit” -, che fa un lavoro pregevole in tutte le fasi, e si affida ad uno script che ha degli ottimi presupposti e, volendo, anche ottimi spunti - il padre, abile cercatore di pozze d’acqua, simbolo per eccellenza della vita, che si ritrova a cercare i tre figli morti; il rapporto, tramite flashback, dei tre fratelli fino al più tragico epilogo; il dolore, quello materno, troppo difficile da accettare -. Aiutato anche da un reparto scenografico degno di nota, il film, tuttavia, non riesce a decollare nel suo svolgersi diventando, al contrario, stucchevole e noioso.
A conti fatti, “The water diviner” è un film con alcuni pregi ma molte pecche - su tutte l’andare a conclusione -, diventando un’ opera prima che, a differenza di ciò che si potrebbe supporre dalla tazzina di caffè finale, lascia con l’amaro in bocca.
Antonio Romagnoli
di Russell Crowe
con Russell Crowe
Australia, Turchia, Usa, 2014
genere, drammatico
durata, 111'
1919, Turchia. La prima guerra mondiale è finita ma, ovviamente, le atrocità e le contraddizioni nate con essa si protraggono numerose e più che mai atroci. Quindi il dolore dei due genitori australiani, che hanno perso i loro tre figli durante il conflitto, difficilmente può essere attenuato.
Sceltosi un argomento assai spinoso per il proprio esordio alla regia, Russel Crowe ha un compito assai difficile da elaborare col giusto manierismo. Consapevole di ciò, l’attore/regista mette al suo fianco un direttore della fotografia come Andrew Lesnie - “Il signore degli anelli”; “Lo hobbit” -, che fa un lavoro pregevole in tutte le fasi, e si affida ad uno script che ha degli ottimi presupposti e, volendo, anche ottimi spunti - il padre, abile cercatore di pozze d’acqua, simbolo per eccellenza della vita, che si ritrova a cercare i tre figli morti; il rapporto, tramite flashback, dei tre fratelli fino al più tragico epilogo; il dolore, quello materno, troppo difficile da accettare -. Aiutato anche da un reparto scenografico degno di nota, il film, tuttavia, non riesce a decollare nel suo svolgersi diventando, al contrario, stucchevole e noioso.
A conti fatti, “The water diviner” è un film con alcuni pregi ma molte pecche - su tutte l’andare a conclusione -, diventando un’ opera prima che, a differenza di ciò che si potrebbe supporre dalla tazzina di caffè finale, lascia con l’amaro in bocca.
Antonio Romagnoli
Nessun commento:
Posta un commento