venerdì, gennaio 30, 2015

TURNER

Turner
di Mike Leigh
con Timothy Spall, Marion Bailey, Paul Jesson
UK, 2014
genere, biografico
durata, 150'


Accade spesso che alcuni autori, nel tentativo di portare sullo schermo biografie di artisti che combaciano con personaggi difficilmente codificabili, mettano più d’un piede nella fossa. Non è il caso di Mike Leigh, che con “Turner” analizza/affonda/penetra/ritrae con grande perspicacia la figura del pittore della luce.

E, in effetti, “ritrarre” è il verbo che meglio definisce il lavoro svolto per il riadattamento cinematografico, che ben poco ha a che fare con i classici biopic: fotografia, regia e messa in scena accompagnano sontuosamente una sceneggiatura volutamente lenta, diluita e ragionata. Impossibile agire diversamente, dal momento in cui il personaggio di William Turner - interpretato in maniera straordinaria da Timothy Spall, che mugugna ed annuisce continuamente in una sorta di allarmante veggenza riscontrabile nella sua stessa opera - appare sfuggente, eclettico e viaggia, come tutti i grandi del proprio tempo, oltre il pensiero dei propri contemporanei - non a caso è opinione diffusa che Turner sia il precursore dell’Impressionismo -.

Il film identifica e coglie gli spunti - filosoficamente parlando - pessimisti di Turner e come essi si tramutino in una visione pittorica-artistica-poetica paradossalmente ed inquietantemente ottimista - cosa che sembra affiancare, anche qui in maniera quasi inquietante, l’opera di Leopardi -.

“Il sole è Dio”: ma, ahinoi - e Turner, cogliendone gli ultimi bagliori, sicuramente senza essere compreso,  tentava di predirlo - il sole è tramontato.
Antonio Romagnoli

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