martedì, settembre 19, 2023

ENEA

Enea

di Pietro Castellitto

con Pietro Castellitto, Sergio Castellitto, Benedetta Porcaroli

Italia, 2023

genere: drammatico

durata: 115’

Consigli per lo spettatore. Al cinema bisogna entrare già caldi e pronti alla visione perché, soprattutto in quello d'autore, ciò che bolle in pentola viene chiarito nelle primissime sequenze, chiamate a funzionare come una sorta di bussola necessaria a orientarsi all'interno del film. "Enea" di Pietro Castellitto ne ha bisogno perché il regista e attore romano fa di tutto per presentare allo spettatore uno spettacolo non preconfezionato, tanto nei significati quanto nella forma, diviso com'è tra alto e basso, tanto nell'esposizione del proprio pensiero quanto nella natura delle immagini.

La possibilità di apprezzare fino in fondo un film come "Enea" dipende anche dalla volontà di sposarne l'assunto relativo a una realtà indecifrabile e sfuggente. Non a caso nella scena incriminata, quella che precede i titoli di testa, assistiamo a una sorta di resa dei conti filosofica, in cui, di fronte alla decadenza del mondo, e dunque alla scelta di rimanere soli o di condividere la propria sorte, il protagonista opta per la seconda, declinandola però attraverso un gruppo più ampio del normale, rispondente al modello clanico.

Il rifiuto della famiglia tradizionale a favore di quella tribale, oltre a costituire una critica alla società borghese, diventa il richiamo a un passato glorioso, quello della città capitolina in cui la storia è collocata, trasfigurato secondo le vestigia dell'antica Roma (anche il nome del protagonista viene da li), idealizzate tanto nel dialogo introduttivo, simile a una sorta di simposio, quanto nel contesto ambientale, immerso in un buio primordiale (una caratteristica destinata a ritornare nel corso del film), con i primi piani di Enea, dell'amico e della madre trasfigurati dalla luce del fuoco. L'assenza della figura paterna, da tempo avulsa dall'agone esistenziale, e la benedizione della sua controparte fanno di Enea il capo della sua ma anche dell'altra famiglia, quella che sulla scia del padrino coppoliano, necessità di un vertice a cui obbedire per poter vivere al di sopra della legge comune.

Se "I predatori" era un film collettivo nel suo essere, il risultato di diverse linee narrative, "Enea" per quanto detto lo è ancora di più. Accanto al filone centrale che vede il protagonista e il suo migliore amico impegnati nel tentativo di tenere per se i ricavi di una grossa partita di droga, fronteggiando la minaccia di chi li vuole recuperare, "Enea" nella volontà di esplorare e mettere in rapporto dialettico temi come quello dell'amore e dell'amicizia, della fedeltà e del tradimento, del potere e della potenza, solo per dirne alcuni, chiama in concorso una comunità umana (i genitori, il fratello, la fidanzata, l'amico del cuore, il boss del quartiere e così via) di cui, in un modo o nell'altro, il protagonista, e con lui il film, si prende cura, preoccupandosi di darne conto.

Un universo che Castellitto sembra mettere in scena prendendo in prestito l'esclamazione del padre di Enea - "In questa casa non si riesce a finire un discorso" -, pronunciata di fronte ai figli e alla moglie, rei di non lasciargli concludere mai un discorso. La battuta diventa così il principio di una rappresentazione volutamente incompiuta, con stacchi di montaggio anticipati e salti spazio temporali volti a riprodurre gli effetti lisergici delle sostanze assunte dai due amici.

Girato dall'interno, "Enea" è un'opera che alza il tiro delle ambizioni del suo autore, rischiando qualche volta di girare a vuoto come capita ai personaggi del film. Ogni volta capace di riprendersi e di confezionare scene come quella finale (che non sveliamo per mantenere l'effetto sorpresa), pronte a stupire attraverso la capacità di inventare cinema con pochi elementi. In concorso all'80ª Mostra internazionale d'arte cinematografica, "Enea" è atteso nella sale per verificare il suo appeal con il grande pubblico.


Carlo Cerofolini

(recensione pubblicata su ondacinema.it)

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