Finalmente l’alba
di Saverio Costanzo
con Rebecca Antonaci,
Lily James, Joe Keery
Italia, 2023
genere: drammatico
durata: 140’
Immerso nel buio e
circoscritto nello spazio angusto di un armadio dentro il quale una donna e una
bambina si nascondono per sfuggire alla violenza dei soldati. Così si presenta
allo spettatore il nuovo film di Saverio Costanzo, memore di ciò che è stato
"Private" - il suo film d’esordio che in fondo raccontava la medesima
situazione - fino al punto di nutrirsene e rielaborarlo in una storia che fa
del cinema, proprio e di quello degli altri (per esempio Federico Fellini), lo
spazio, reale e mitologico, attraverso cui raccontare un’intera epoca.
D’altronde l’esistenza di un doppio sguardo - dei personaggi e dello spettatore
-, che presiede alla narrazione di "Finalmente l’alba" è dichiarato
fin dal principio. La carrellata all’indietro, aprendosi sulla sala in cui
scorrono le immagini di quello che credevamo essere il "nostro" film,
mentre invece lo è della protagonista e di chi, come lei, lo sta guardando,
serve all’autore per stabilire la premessa indispensabile alla visione, ovvero la
distinzione tra il nostro punto di vista di spettatori consapevoli del
simulacro e quello della giovane Mimosa, che lusingata dalle attenzioni delle
star di turno finisce per credere alla fabbrica dei sogni.
Come "La Rosa
purpurea del Cairo" anche "Finalmente l’alba" racconta di un
innamoramento cinematografico, dell’identificazione tra l’osservatore e
l’oggetto amato ma anche di una società dello spettacolo oramai privata di
qualsiasi spontaneità e abituata in ogni occasione a recitare una parte. Come
ci dimostra il film in una delle scene più belle, quella in cui, invitata a
recitare una poesia davanti alla platea di inviati, Mimosa reagisce
all’imbarazzo con un pianto talmente insostenibile da essere scambiato per una
performance attoriale.
Se Jeff Daniels usciva
dallo schermo per convincere Mia Farrow a seguirlo nelle sue avventure, Mimosa
compie il percorso opposto nella sequenza che la vede anteporsi alle immagini
del cinegiornale che ne sovrappongono l’esperienza a quella di Wilma Montesi
(un altro doppio), aspirante attrice la cui morte avvenuta in circostanze mai
chiarite scosse l’opinione pubblica del tempo, e della quale la nostra sembra
rivivere le gesta nel corso del viaggio notturno che la porterà a frequentarne
gli stessi luoghi e forse le medesime persone, sulle orme della star americana
(Josephine Esperanto, interpretata da Lily James), di cui è diventata suo
malgrado la favorita.
Costruito sulla
fascinazione ma anche sulle paure di Mimosa nei confronti di un universo bello
ma sconosciuto, "Finalmente l’alba" sembra popolarsi dei fantasmi
dell’immaginario della sua protagonista: la quale, nel ruolo della giovane
bella e perduta in un mondo che la sovrasta e la seduce, sembra ricalcare
l’esperienza delle protagoniste di "Mulholland Drive" e in tono
minore di "The Neon Demon" (nell’utilizzo dell’impianto sonoro).
Senza spingersi così in là, Costanzo ne ricalca luoghi oscuri e latenza del
male, oltre al già accennato tema del doppio, affidando al cinema - come faceva
Lynch - il compito di somatizzare i riti della città trasfigurata nei suoi
tratti più sotterranei.
Attraversato da varie
forme cinematografiche (il peplum, la commedia sentimentale, il racconto di
formazione, il thriller, il melodramma) "Finalmente l’alba" è un film
personale anche nella scelta degli attori che Costanzo propone facendo una sintesi
tra la capacità di affidarsi a interpreti internazionali e quella di saper
lanciare volti nuovi. Dopo Margherita Mazzucco de "L’amica geniale"
quello della bravissima Rebecca Antonaci è un nome da segnare.
Carlo Cerofolini
(recensione pubblicata su ondacinema.it)
Nessun commento:
Posta un commento