Felicità
di Micaela Ramazzotti
con Micaela Ramazzotti,
Sergio Rubini, Max Tortora
Italia, 2023
genere: drammatico
durata: 104’
Si intitola Felicità il film che segna l’esordio alla regia dell’attrice Micaela Ramazzotti. Presentato nella sezione Orizzonti Extra dell’80esima mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film è prodotto da Lotus Production e Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution.
Una famiglia disfunzionale è al centro del dramma della debuttante regista romana che, complice anche la sua esperienza davanti alla macchina da presa, confeziona un film interessante.
Questa è la storia di una famiglia storta, di genitori egoisti e manipolatori, un mostro a due teste che divora ogni speranza di libertà dei propri figli. Desiré è la sola che può salvare suo fratello Claudio e continuerà a lottare contro tutto e tutti in nome dell’unico amore che conosce, per inseguire un po’ di felicità. (Fonte: La Biennale)
Un dramma familiare e una
famiglia disfunzionale sono le carte scelte dalla Ramazzotti che, in veste
anche di attrice protagonista, si carica del fardello non solo del film, ma
anche della famiglia stessa.
Giocando su tematiche
sempre più attuali e vere pone lo spettatore di fronte a delle situazioni,
talvolta quasi al limite, volutamente, del paradossale per far riflettere e
criticare determinate scelte.
E il coraggio della
regista romana forse sta proprio in questo: non andare ad addentrarsi in
tematiche troppo lontane dal suo cinema. Anche se il suo cinema lo sta facendo
nascere adesso.
I contorni, l’ambientazione e i personaggi sono comunque autentici e imperfetti. Quindi veri e reali.
A contrastare la
drammaticità insita nel film c’è il complesso, ma sincero rapporto tra Desiré e
Claudio, due fratelli che hanno un legame speciale e riescono a supportarsi a
vicenda trovando conforto l’uno tra le braccia dell’altro. Claudio cerca sempre
Desiré, anche solo con uno sguardo, un movimento o una parola. Non hanno
bisogno di darsi tante spiegazioni per capirsi. Ma anche Desiré cerca sempre Claudio.
L’unica sua ancora.
Perché tra i due genitori egoisti e possessivi che, pensando di fare il bene dei figli, hanno ridotto Claudio in uno stato dal quale deve faticare per riprendersi, e il compagno di lei, anch’egli, a suo modo egoista, Desiré si sente persa nel mondo.
Indubbiamente i momenti
più interessanti e forti dell’intera vicenda sono quelli in cui nascono i
feroci litigi tra i vari personaggi. Appoggiati alle convincenti
interpretazioni del cast, le schermaglie si animano con l’andare avanti della
vicenda, diventando sempre più acute e portando a momenti sempre più precari e
pericolosi.
Emblematico quello della
famiglia riunita intorno al tavolo insieme al compagno di Desiré dove ci si
rende conto fin dal primo istante del totale disinteresse da parte di tutti i
presenti riguardo il reale motivo dell’incontro. Ognuno pensa al proprio
tornaconto personale, rigirando la frittata a proprio vantaggio.
Ma allo stesso modo è
esemplificativo anche l’incontro dalla psicologa che segue Claudio. Facendo
uscire fuori la reale indole di ogni personaggio.
Un bravo, ma disgustoso, Max Tortora, in coppia con Anna Galiena che, in quanto a bravura e disgusto non rimane indietro, sono i genitori di Desiré e Claudio (Matteo Olivetti). Ogni loro momento in scena provoca nello spettatore, e nei figli, un sentimento di inadeguatezza. Non degni di essere genitori e nemmeno (e soprattutto) di prendere decisioni per loro conto. Al contempo nemmeno il compagno di Desiré, interpretato da Sergio Rubini, è un personaggio positivo. Inizialmente sembra l’unico in grado di far ragionare la compagna, salvo poi capire, insieme a lei, che è fatto della stessa pasta dei genitori.
Se con il titolo scelto Micaela
Ramazzotti vuole farci credere che ci sia davvero una speranza e una felicità
per tutti, il film, in realtà, sembra prendere due binari paralleli.
Da una parte c’è il
legame, come detto, tra fratello e sorella. Un legame forte e solido, in grado
di vincere qualsiasi cosa, letteralmente.
Ma dall’altra parte c’è
anche la paura di perdersi e andare nella direzione sbagliata. Le parole che Desiré
usa nei confronti del compagno durante uno dei litigi più feroci tra i due sono
le stesse utilizzate dalla madre nei suoi confronti (e che possiamo solo
immaginare siano già state usate in passato proprio contro la figlia).
E se la mela non riesce,
quindi, a cadere troppo lontano dall’albero come si raggiunge la vera felicità?
Veronica Ranocchi
(recensione pubblicata su taxidrivers.it)
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