Festival internazionale del film di Roma - 2 giornata-
X+Y di Morgan Matthews
United Kingdom, 2014
Attraverso il fenomeno del sogno ogni uomo diviene artista,
attraverso il fenomeno dell’ebbrezza ogni uomo diviene opera d’arte.
Scomodiamo, in questa sede, l’Apollo ed il Dioniso di Nietzsche poiché “X + Y”,
già nella sintesi stessa del titolo, raccoglie l’intera dialettica - destinata a
non avere risoluzione - riguardante l’elemento
razionale ed il proprio prodotto opposto, laddove i segni da una parte
rimandano alla passione per la matematica, dall’altra fanno riferimento ai cromosomi
eterosomi.
La storia di Nathan è quella di un ragazzo al contempo
autistico e genio della matematica, con tutti i problemi, specie nelle relazioni sociali e personali, che ciò
comporta.
Lungi dall’essere la classica ascesa “all’americana”, nella
quale il protagonista disadattato e malvoluto è solito prendere la rivalsa
finale su tutti, “X+Y” è un fitto e pregiato tessuto tirato fuori dalle
psicologie estremamente complesse di tutti i personaggi (in particolare della
madre e del professor Humphreys, mentore del ragazzo, interpretato genialmente
da Rafe Spall), perfettamente tarati nel dare una precisa linea drammaturgica
al film, e le psicosi del protagonista, riportate con grande naturalezza dall’interprete
Asa Butterfield (che ricorda vagamente Elijah Wood nei suoi momenti migliori).
L’innamoramento con la sua compagna Zhang innescherà il
processo dialettico di cui parlavamo qualche riga fa, dando dunque dinamismo
alle emozioni del giovane protagonista che, chiuso nella sfera
cinica/matematica, fino ad allora unico pianeta a lui noto ed accessibile, tenterà
addirittura di capire, invano, l’amore attraverso una formula:
“Ed ecco che Apollo non poteva vivere senza Dioniso”.
Antonio Romagnoli (voto****)
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