Festival del cinema di Roma-7 giornata
Roma Termini
di Bartolomeo Pampaloni
Italia 2014
durata, 79′
Il
documentario, in Italia, da qualche anno a questa parte sembra avere un
fascino, oltre che un discreto successo – si vedano le premiazioni di
“Sacro G.R.A.” e “Tir”, rispettivamente alle edizioni 2013 dei festival
di Venezia e Roma – al quale sempre più registi nostrani cedono,
riuscendo però ad innovarne i modi ed i linguaggi. Tra questi autori
s’aggiunge anche Bartolomeo Pampaloni che, con “Roma Termini”, narra,
attraverso la drammaturgia documentaristica, la vita dei barboni –
altresì, come direbbero i politicamente corretti, i senzatetto – che bazzicano la stazione Termini.
Argomento, quello degli homless, già trattato, durante il festival, in maniera diversamente efficace da Moverman con “Time out of mind”. Usiamo l’epiteto diversamente efficace poiché
qui, trattandosi di documentario, s’affronta la tematica con un
approccio ed un linguaggio, del tutto differente. Linguaggio che, però,
ha le sue innovazioni e peculiarità, specie nel manierismo delle
riprese, sgranate e quasi sempre sfocate, che vanno a richiamare la
diegeticamente vita sbiadita dei protagonisti che vivono nel caos,
quasi atavico, della stazione centrale della città capitolina. Film che
trova i suoi lievi difetti – difetti che, del resto, avevamo riscontrato
già nel sopracitato “Time out of mind”- nell’eccessiva prolissi del
proprio giungere a conclusione.
La
solitudine diventa un’arma a doppio taglio nell’essere, da una parte,
fonte di disperazione, dall’altra, nella presa di coscienza d’un eccesso
di lucidità, quasi una salvezza.
“Ti sei mai innamorato in vita tua?”
“No”.
Antonio Romagnoli (voto ***1/2)
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