Fruitvale Station
di Ryan Coogler
con Michael B Jordan, Melodie Diaz, Octavia Spencer
Usa,2013
genere, drammatico, biografico
durata, 85'
Oscar Grant è una adolescente di colore della Bay area, assassinato da un poliziotto dopo una vicenda sciocca e per motivi poco chiari.
Ryan Coogler, regista esordiente, decide di narrare l’ultimo giorno di vita di Oscar, seguendolo passo passo in una quotidianità che porta la ricorrenza dell’ultimo dell’anno. E’ quindi sempre sul filo tra documentario e finzione la drammaturgia impostata da Coogler, che coraggiosamente apre il film con le immagini di repertorio che mostrano l’uccisione di Grant. Ed è proprio l'irrintraciabilità di una semantica filmica poco chiara a diventare decisiva, grazie anche all'interpretazione di Michael B. Jordan, in un ruolo per niente facile. Il paragone (inevitabile) con 12 anni schiavo su queste pagine lo avevamo già analizzato parlando del film di Mcqueen, che cullandosi sugli allori di un’estetica piacente e compiaciuta (avevamo pronosticato l’oscar al miglior film molto tempo fa) viene surclassato da un’opera prima dove il dramma diviene attenzione principale e diegesi stessa della drammaturgia della pellicola.
Quest’esordio così forte, non farà certo dimenticare a chi ha visto il film la miscela di sensazioni che lascia a fine visione; il potere delle immagini contorce l’animo in un vortice dove rabbia e commozione diventano un unico brivido.
Antonio Romagnoli
di Ryan Coogler
con Michael B Jordan, Melodie Diaz, Octavia Spencer
Usa,2013
genere, drammatico, biografico
durata, 85'
Oscar Grant è una adolescente di colore della Bay area, assassinato da un poliziotto dopo una vicenda sciocca e per motivi poco chiari.
Ryan Coogler, regista esordiente, decide di narrare l’ultimo giorno di vita di Oscar, seguendolo passo passo in una quotidianità che porta la ricorrenza dell’ultimo dell’anno. E’ quindi sempre sul filo tra documentario e finzione la drammaturgia impostata da Coogler, che coraggiosamente apre il film con le immagini di repertorio che mostrano l’uccisione di Grant. Ed è proprio l'irrintraciabilità di una semantica filmica poco chiara a diventare decisiva, grazie anche all'interpretazione di Michael B. Jordan, in un ruolo per niente facile. Il paragone (inevitabile) con 12 anni schiavo su queste pagine lo avevamo già analizzato parlando del film di Mcqueen, che cullandosi sugli allori di un’estetica piacente e compiaciuta (avevamo pronosticato l’oscar al miglior film molto tempo fa) viene surclassato da un’opera prima dove il dramma diviene attenzione principale e diegesi stessa della drammaturgia della pellicola.
Quest’esordio così forte, non farà certo dimenticare a chi ha visto il film la miscela di sensazioni che lascia a fine visione; il potere delle immagini contorce l’animo in un vortice dove rabbia e commozione diventano un unico brivido.
Antonio Romagnoli
4 commenti:
Gran bell'esordio, e tutti i premi raccolti nei vari festival sono meritati. Film davvero toccante, e ottima prova di Michael B.Jordan, sicuramente un nome da tenere a mente.
ottimo film.
però anche 12 anni schiavo, checché ne diciate, è una bomba ;)
Per me 12 anni schiavo, giudicato nel suo complesso, non ha valore a confronto con la precedente filmografia di Mcqueen.
.Su McQueen la discussione e' aperta. La redazione si è' divisa. Io lo ritengo un film molto bello, ma il pro e contro scritto apposta per l'uscita del film puo essere esaustivo nell'illustrazione delle opposte opinione. Qui mi preme dire che 12 anni e Fruitvale sono uniti da un finale fuori campo che li rende uno speculare all'altro. In entrambi i caso infatti la giustizia americana resto inerte di fronte ai colpevoli salvaguardando lo status quo dell'America Wasp nickoftime
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