Snowpiercer
di Bong Joon Ho
con Chris Evans, Tilda Swinton, John Hurt, Ed Harris
Usa, Corea del Sud, Francia
genere, fantascienza, azione, drammatico
durata, 125'
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di Bong Joon Ho
con Chris Evans, Tilda Swinton, John Hurt, Ed Harris
Usa, Corea del Sud, Francia
genere, fantascienza, azione, drammatico
durata, 125'
Poco prolifico e mal
distribuito il cinema di Bong Joon Ho è cangiante e inafferrabile, destinato a
spiazzare chi tenta di capirlo affidandosi ai codici di genere che lambiscono
le visioni del regista coreano. Il quale invece, a discapito delle etichette che
qualificano le sue storie (horror,
poliziesco e fantascienza sono alcune di quelle che compaiono nelle schede dei
suoi film) riesce in qualche modo ad estraniarsi dalle regole del gioco, per
abbracciare gli imprevisti di un viaggio cinematografico che si nutre di mille
contaminazioni, dal fumetto alla letteratura, dalla pittura al cinema stesso,
citato in alcuni dei suoi capolavori (basterebbero gli echi di “Citizen Kane”
riproposti nel personaggio di Wilford, il padrone delle ferriere). Ma non solo,
perché nel caso del fantascientifico “Snowpiercer”, si trattava di adeguarsi ad
una sovrastruttura non da poco, trattandosi di una coproduzione indipendente ma
costosa, chiamata a confrontarsi con una domanda di mercato drogato dal modello
americano. Sarà forse per questo che, per raccontare le vicende di un mondo in
via d’estinzione a causa di una glaciazione che costringe i sopravvissuti
all’interno di un treno in perenne movimento, Bong decide di impiegare un cast
eterogeneo ed internazionale, con star da hero movie come Chris
Evans, e poi divi del cinema d’autore come Tilda Swinton, Ed Harris, John
Hurt affiancati all’attore
feticcio del regista, Sang Kang-Ho. Questo per capire la misura di una miscela
che mischia vecchio e nuovo, oriente ed occidente, effetti speciali e monologhi
esistenziali, per realizzare uno spettacolo che non rinuncia a dialogare con la
contemporaneità, rispecchiandola nelle differenze d’ogni tipo che dividono gli
occupanti del treno, separati da una gamma di possibilità, sociali, culturali e
soprattutto economiche; con dinamiche e gerarchie che diventano sempre migliori
con il progressivo avvicinamento alle cabine di testa. Un paradigma di
ricchezza e povertà su cui Bong costruisce i motivi di una ribellione
capeggiata da Curtis, eroe riluttante e problematico, logorato dal senso di colpa
e dalla consapevolezza della caducità delle cose e degli uomini.
Circoscritto all’interno di un unico spazio “Snowpiercer” sfrutta i limiti imposti dalla trama come propulsore di una fantasia che prende quota nei contrasti di colore tra i singoli ambienti, e nella dialettica tra l’angusta claustrofobia degli interni del treno, e gli orizzonti sconfinati della landa innevata attraversata dalla singolare carovana. Se è mirabile il modo in cui Bong armonizza il volume delle figure umane con le architetture delle scenografie, per non dire dei movimenti della mdp che non fanno sentire il peso della tecnica necessaria a districarsi nel ventre del mostro di ferro e lamiere, “Snowpiercer” conferma la personalità di un regista iconoclasta che non arretra neanche quando la sua idea di cinema si scontra con l’opportunità di sfruttare il valore commerciale dei suoi attori, (parliamo soprattutto di Chris Evans) qui messi a disposizione di un immaginario che antepone l’umanità dei corpi alla loro estetica. Presentato fuori concorso al Festival di Roma “Snowpiercer” è un film caldamente consigliato.
(pubblicato su dreamingcinema.it)
2 commenti:
Mi servirebbe un'aiuto da voi gente esperta di cinema snowpiercer sapete indicarmi un film simile a questo??
Grazie
Ciao,
Dipende da cosa intendi perchè se simile significa ambientato interamente sul treno allora si va da Assassinio sull'Orient Express a Runaway Train..e con qualche variante, agli ultimi 2 film di Tony Scott..in questi casi maggiori dettagli facilitano la ricerca e pure la risposta
nick
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