Ida
di PaAgata Trzebuchowska,
con Agata Kulesza, Joanna Kulig, Dawid Ogrodnik
Polonia, 2013
genere, drammatico
durata, 80'
Pawlikowski mostra un cinema
polacco inusuale e fuori dal comune, provocatorio su molti fronti,
compreso quello estetico. La densità simbolica (il trasporto della
statua è un richiamo al Cristo de “La dolce vita”?) è accompagnata da un
bianco e nero elegante, che va a sottolineare la mancanza d’identità
della protagonista, già marcata dalle inquadrature fisse (i piccoli
movimenti col cavalletto di contano sulle punta delle dita) e dal
decentramento di Ida/Anna nelle inquadrature stesse; la vedremo infatti
molto spesso in parte tagliata o comunque a margine dello schermo.
L’identificazione finale disintegra tutto il costrutto filmico
precedente chiudendosi in un lungo piano sequenza fatto con la camera a
mano, che ricorda un po’ quello celeberrimo de “I quattrocento colpi” di
Truffaut. Il tutto risulta perfettamente coerente, seppure il ritmo ne
risente inevitabilmente. Il vero difetto del film è dunque il suo grande
pregio, ovvero la poca accessibilità con i codici di un pubblico medio,
mentre gli addetti ai lavori si trovano a confrontarsi con un’imponenza
simbolica che raramente viene portata sugli schermi.
Ida, prima ancora di essere donna di chiesa, è donna, e per prenderne piena consapevolezza deve prima liberare da sotto terra un passato doloroso, per poi passare al crepuscolo dell’idolatrare la dissolutezza di Wanda, e liberarsi infine nell’alba della propria identità.
Antonio Romagnoli
di PaAgata Trzebuchowska,
con Agata Kulesza, Joanna Kulig, Dawid Ogrodnik
Polonia, 2013
genere, drammatico
durata, 80'
Anna è una
ragazza orfana che vive in convento, ed è in prossimità di prendere i
voti per diventare suora. Ma dietro il suo nome si cela una realtà
sepolta che verrà pian piano a galla dopo l’incontro con la zia Wanda,
cinica e disillusa militante anti-nazista durante la seconda guerra
mondiale. In realtà Anna è ebrea di origine ed il suo vero nome è Ida.
Ida, prima ancora di essere donna di chiesa, è donna, e per prenderne piena consapevolezza deve prima liberare da sotto terra un passato doloroso, per poi passare al crepuscolo dell’idolatrare la dissolutezza di Wanda, e liberarsi infine nell’alba della propria identità.
Antonio Romagnoli
5 commenti:
"Il vero difetto del film è dunque il suo grande pregio, ovvero la poca accessibilità con i codici di un pubblico medio, mentre gli addetti ai lavori si trovano a confrontarsi con un’imponenza simbolica che raramente viene portata sugli schermi."
anch'io penso che sia un film non "facile" per molti,
ma le cose sono due; o ci si abbassa verso lo spettatore medio o si cerca di farlo crescere.
Io sono per "farlo crescere", la vera domanda è se c'è disponibilità a crescere da parte loro.
è l'eterno dubbio sulle perle ai porci, come diceva un tipo chiamato Gesù:)
questa settimana "Ida" solo 44 sale, "Allacciate le cinture" 461 sale, "Ida" non te lo portano a casa.
è però nell'incasso per sala fra i due vince "Ida" :)(http://www.movietele.it/boxoffice/italia/weekend-italia-14-16-marzo-2014)
Sono tutti segnali molto positivi (anche vista la mia poca simpatia nei cofronti di Ozpetek)
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