Jupiter-Il destino dell'universo
di Wachowski
con Channing Tatum, Mila Kunis, Eddy Redmayne
Usa, 2015
genere, fantascienza
durata, 127'
Lo scopo ultimo/unico dell’uomo moderno è il profitto.
I fratelli Whachowski, che nella propria filmografia
annoverano titoli di alto livello - secondo noi anche il recente “Cloud Atlas”,
stroncato da critica e pubblico, è un titolo meritevole alla pari dei film più riusciti -, sembrano aver
voluto costruire attorno a quest’epitaffio/incipit l’ultima fatica titolata “Jupiter”.
Il film narra di una moderna Cenerentola - interpretata da
una Mila Kunis poco convincente, sicuramente attrice più adatta alle piccole
commedie americane - che, per questioni genetiche, si trova ad essere una sorta
di regina che ha potere su buona fetta dell’universo conosciuto e non.
Nonostante il film sia visivamente d’impatto - si ripesca
moltissimo, tra gli altri, dall’immaginario appartenente a Terry Gilliam, che
non a caso in “Jupiter” fa una figurazione speciale -, la tematica trattata,
seppur in voga nella più recente produzione cinematografica, non è ben
approfondita e sembra restare in superfice, così come il contorno poco “corccante”
fornito da una sceneggiatura per lo più di basso livello.
Nonostante sia mirabile il tentativo di vagliare e
sperimentare il più possibile su territori nuovi, gli autori di “Matrix”,
questa volta, arrivano a partorire un’opera inconsistente come forse mai
avevano fatto - i sequel di “Matrix”, ovviamente sono esclusi -:
A dirla tutta, l’unico
colpo di scena del film è che Sean Bean non muore.
Antonio Romagnoli
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