Trois Souvenirs de me Jeunesse
di Arnaud Desplechin
con Mathieu Amalric, Quentin Dolmaire, Lou Roy-Lecollinet
Francia, 2015
genere, drammatico
durata,120'
Avendo il passo di un romanzo esistenziale, la storia del film è divisa in tre capitoli più un epilogo che, attraverso i ricordi giovanili del protagonista, nel frattempo rientrato in Francia dopo un lungo lavoro sul campo in qualità di antropologo, ricostruisce i momenti salienti di una biografia caratterizzata dagli studi universitari e dall'impegno politico - con il viaggio in Russia che diventa il modo per affermare attivamente la propria militanza - ma soprattutto dall'amore per la bella Esther, destinato a segnare nel bene e nel male l'esistenza dell'uomo che verrà.
Riassunto in questo modo "Trois souvenirs de ma jeunesse" farebbe pensare a un Desplechin più raccolto e dalle ambizioni meno esplicite, tenuto conto che, con la sola eccezione del "feticcio" Mathieu Amalric, scelto per interpretare la versione adulta di Paul Dedalus, la presenza di un cast di volti esordienti e sconosciuti, costituisce un'eccezione nella filmografia di un autore abituato a lavorare con il gotha attoriale del suo paese; e perché, fin dal principio, la componente autobiografia del regista, già trapelata con diversa valenza nei lavori precedenti, in questo caso diventa il motivo principale della storia, raccontata a ritroso attraverso le parole del narratore onnisciente che si inserisce sulle immagini del film per commentare le "avventure" del "giovane Werther" francese.
Al contrario, le avventure sentimentali del protagonista e del gruppo d'adolescenti nella Robauix degli anni ottanta - dove Dedalus e Despleshin sono nati e da cui si sono fuggiti- diventano lo strumento per conoscere e circoscrivere le fonti di un'ispirazione che, nel caso del regista, procede in perfetta mimesi con una finzione filmica, utilizzata sia come espediente di intrattenimento - modellato su una struttura narrativa da racconto di formazione - sia, nei suoi passaggi più letterari, - imbevuti di una prosa romantica e poetica -, come legittimazione di un arte che è innanzitutto il mezzo per mettere in scena la protesta nei confronti delle promesse mancate: imputate innanzitutto alla famiglia (tradita dalla morte della madre e dominata da un padre lontano e violento) incapace di fare da riparo ai rovesci della vita e poi all'amore, con la figura dell'amata Esther, modello di femminilità che non sarebbe dispiaciuta al cuore di regista come Francois Truffaut, a rappresentare quella "grande bellezza" da cui discendendo la maggior parte dei rimpianti.
Piuttosto a confondere il giudizio su "Trois souvenirs de ma jeunesse" potrebbero essere le caratteristiche di una forma che appare più compatta e meno disposta a dare spazio alla nevrosi, pur presente nell'inquietudine di Esther e Paul ma "contenuta" all'interno di un dispositivo che replica in modo evidente gli stilemi di quella Nouvelle Vague, della quale il cinema di Desplechin è certamente debitore. E ancora la mancata distribuzione italiana delle prime opere del regista, che impedisce di riconoscere, tra le pieghe degli avvenimenti raccontati, le rimembranze di situazioni che ricordano opere di culto come "La Sentinelle" e appunto "Comment Je Me Suis Desputé...(Ma Vie Sexuelle)", richiamati per esempio nell'atmosfera cospirativa della scena in cui Dedalus, al suo ritorno in patria, viene fermato e interrogato dalla polizia che lo sospetta di essere una spia del governo Russo, e, più in generale, dalla dimensione di spaesamento, che qui come allora sembra in parte discendere dal tramonto delle utopie politiche, qui come allora, rappresentate dagli inserti che documentano la caduta del muro di Berlino, spartiacque di una generazione a cui il regista appartiene e che si è assunta il compito di testimoniare la crisi che ne è seguita. Meritevole di ben altra attenzione rispetto a quella ricevuta dal festival, "Trois souvenirs de ma jeunesse" è, per chi scrive, uno dei film migliori del regista francese; a testimonianza di un talento che è ancora lungi dall'aver esaurito le sue risorse.
(pubblicata su ondacinema.it)
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